Conosci sicuramente Piazza del Plebiscito a Napoli ma la storia dei re la sai? E’ molto curiosa e non è l’unica sulla piazza, scopriamola insieme.
Piazza del Plebiscito è uno dei luoghi più visitati della città di Napoli, ormai è diventata iconica e i turisti la riempiono ogni giorno. Nasce come Largo di Palazzo, ma assume la fisionomia di oggi soltanto nell’Ottocento, durante l’epoca napoleonica. In quel periodo, infatti, Gioacchino Murat fece costruire la Basilica di San Francesco da Paola e diede maggiore regolarità alla forma della piazza. Contemporaneamente, Murat fece costruire il Palazzo dei Ministri di Stato e il Palazzo per il Ministero degli Esteri, in modo da trasformare uno slargo regolare in una piazza con una forma geometrica reale.
Da quel momento, Piazza del Plebiscito è diventata la piazza dei napoletani, anche se in tempi moderni è stata addirittura un parcheggio. Negli anni ’80, infatti, la piazza era piena di auto ed è stata anche lo stazionamento degli autobus per almeno un decennio.
Fu una delibera dell’ex sindaco Antonio Bassolino che la liberò delle auto e la riconsegnò ai napoletani e, soprattutto, ai turisti. Su questa piazza esistono diverse leggende, quella dei re è sicuramente la più simpatica, la conosci?
La leggenda dei re di Piazza del Plebiscito
Piazza del Plebiscito è piena di storia, grazie ai palazzi storici che la circondano, il più importante è sicuramente il palazzo reale. All’entrata di questo enorme edificio ci sono delle nicchie, all’interno delle quali sono state posizionate le statue dei re che hanno governato la città nel corso del secoli.
Molti turisti fotografano queste statue, ma spesso nemmeno i napoletani conoscono la leggenda che celano. C’è una simpatica storiella secondo la quale Carlo V di Asburgo, mentre indica con il dito verso il basso, sembrerebbe affermare “Chi ha fatto la pipì proprio qui a terra?”.
Carlo III di Borbone, posizionato proprio accanto a lui, risponderebbe “No, non sono stato io!”. Portandosi la mano al petto, Gioacchino Murat sembrerebbe confessare “Sono stato io”. Infine, Emanuele II di Savoia, sfoderando la spada, sembrerebbe esclamare “Allora glielo taglio”, con un chiaro riferimento alla punizione per l’ex reggente napoleonico.
Queste statue sono state posizionate una dopo l’altra proprio in questo ordine. Chi conosce questa leggenda sorride mentre fa qualche foto e guarda le statue, immaginando una conversazione del genere. C’è chi dice che siano state posizionate in questo ordine proprio per comporre questa divertente storiella, ma in realtà l’ordine è assolutamente casuale e questa finta conversazione è nata sicuramente dalla fantasia di qualche napoletano, arrivando fino ad oggi, tramandata di padre in figlio.