Stop ai pagamenti della Naspi per questi lavoratori: chi sono, da quando e perché non ne hanno più diritto

La Naspi non verrà più erogata ad alcuni lavoratori. Si restringono i paletti per ricevere la prestazione economica.

In considerazione del gran numero di furbetti percettori di Naspi illegittimamente, i requisiti cambieranno.

NASPI, chi non otterrà più la prestazione
NASPI, chi non otterrà più la prestazione (Napoli.cityrumors.it)

La Naspi è l’indennità di disoccupazione erogata a chi rimane involontariamente senza lavoro. Prevede l’erogazione di un importo mensile per un massimo di 24 mesi. Nello specifico, la misura si percepirà per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate negli ultimi quattro anni. La somma percepita sarà pari al 75% della retribuzione imponibile media dei quattro anni precedenti l’interruzione del rapporto di lavoro.

La domanda di Naspi può essere inoltrata tramite il portale INPS esclusivamente dai lavoratori subordinati compresi gli apprendisti, i soci di cooperative, personale artistico e dipendenti a tempo determinato delle PA. Condizione necessaria aver perso involontariamente il lavoro. Non si ammettono, dunque, le dimissioni volontarie (ad eccezione di quelle per giusta causa) o la risoluzione del contratto condivisa da datore e dipendente. Cosa è più volte stato riscontrato? Che i lavoratori non si presentavano a lavoro per farsi licenziare e ricevere l’indennità.

Stop alla Naspi, ecco per quali lavoratori

Fino ad ora la Naspi viene erogata anche ai lavoratori che sono licenziati per giusta causa come, ad esempio, assentarsi dal lavoro senza giustificazioni. I furbetti hanno approfittato di questa falla nella direttiva per farsi licenziare appositamente per ottenere l’indennità di disoccupazione.

Niente più Naspi dal 2024
I furbetti possono dire addio alla Naspi (Napoli.cityrumors.it)

Il Decreto Lavoro che presto diventerà Legge porrà fine a questa “furbata”. L’articolo 9, infatti, precisa come in caso di assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal CCNL – cinque giorni se tale termine non è esplicitamente indicato – il rapporto di lavoro si considererà risolto per volontà del lavoratore. Di conseguenza, non trattandosi più di perdita involontaria del lavoro non si avrà diritto alla Naspi.

Solo se il datore di lavoro interromperà il rapporto prima dei cinque giorni o del termine indicato sul contratto, allora il dipendente rimasto disoccupato avrà diritto alla Naspi. Superando i limiti temporali, si perde l’indennità.

Per l’entrata in vigore della nuova direttiva occorrerà attendere il 2024.  Bisogna aspettare, infatti, la pubblicazione del DL in Gazzetta Ufficiale, Decreto che ad oggi sta seguendo l’iter parlamentare. Una puntualizzazione è obbligatoria.

Le regole nuove non avranno valore retroattivo. Significa che i furbetti che si sono assentati dal lavoro per farsi licenziare e prendere la Naspi non vedranno interrompere l’erogazione della prestazione. Ancora qualche mese, dunque, prima che il DL cambi i comportamenti dei lavoratori.

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