Gli esperti confermano che la situazione dell’area flegrea si sta evolvendo positivamente dopo che nei mesi scorsi si era temuto il peggio.
Ultimamente l’attenzione, anche a livello mediatico, si è concentrata molto sui Campi Flegrei per via delle frequenti scosse che negli ultimi tempi hanno agitato la zona vulcanica a ovest di Napoli, il cui nome significativamente vuol dire “campi ardenti” (a testimonianza della natura vulcanica dell’area, ben nota fin dai tempi antichi e sfruttata a scopi termali).
Come si sa, la caldera dei Campi Flegrei è soggetta a una lenta deformazione del suolo conosciuta col nome di bradisismo, con tanto di crisi bradisismiche che nel corso del tempo hanno portato al sollevamento dei suoli dell’area flegrea.
Malgrado gli inviti a non cadere nell’allarmismo, i movimenti sismici degli ultimi mesi hanno fatto preoccupare non poco gli abitanti. Peraltro l’effetto del bradisismo ha danneggiato anche il turismo locale, arrestando completamente le presenze nei Campi Flegrei dopo un’estate comunque molto positiva per il settore.
Campi Flegrei, la buona notizia che tanti aspettavano
La buona notizia arriva in questi giorni dai bollettini dell’Osservatorio Vesuviano che hanno quantificato in 4 millimetri al mese la velocità media del sollevamento dal suolo nei Campi Flegrei. Un dato molto basso che mostra in maniera evidente un rallentamento, per non dire una brusca frenata del bradisismo dalla metà dello scorso mese di ottobre.
La diminuzione appare evidente se confrontata coi dati rilevati da gennaio fino al 20 settembre 2023, quando la velocità del sollevamento nell’area più interessata dalla deformazione del suolo (il Rione Terra di Pozzuoli) aveva fatto segnare i circa 15 millimetri al mese.
Il peggio si era verificato tra il 21 e il 23 settembre, con picchi circa 10 millimetri in appena un paio di giorni. L’allarme però fortunatamente è rientrato col graduale riallineamento ai valori precedenti (ossia 15 millimetri al mese) nei giorni successivi e fino alla metà del mese scorso. Infine c’è stata la netta frenata fino a 4 millimetri al mese, come rilevato dai tecnici dell’Osservatorio Vesuviano. Da gennaio 2011 il sollevamento totale registrato è pari a circa 112 centimetri (16 dei quali da gennaio 2023).
Bradisismo, perché la velocità frena
Il bradisismo rallenta, spiegano gli esperti, grazie alla significatività riduzione della sismicità nell’area. La scorsa settimana (quella dal 6 al 12 novembre) si sono verificati soltanto 17 terremoti e di magnitudo davvero poco elevate (al massimo di magnitudo 1.3).
Non si sono rilevate variazioni significative nemmeno per quel che riguarda i valori del monitoraggio della rete geochimica, anche se hanno trovato conferma i trend di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale e di aumento del flusso dei fluidi emessi. Nella zona di Pisciarelli (che si trova sul versante esterno nord-orientale della Solfatara), che negli ultimi anni ha fatto registrare le più corpose variazioni nel processo di degassamento, i valori del flusso di CO2 dal suolo – oggetto di continuo rilevamento – si sono mostrati in continuità coi trend pluriennali già individuati.
Stesso discorso per le temperature, che non hanno evidenziato variazioni di rilievo. Il valore medio registrato si aggira sui 95°, la temperatura di condensazione del fluido fumarolico. Il livello del liquido nella polla di Pisciarelli è risalito dallo scorso mese simultaneamente alle precipitazioni meteoriche.