Libretti di risparmio postale, quali sono le caratteristiche dell’imposta di bollo, quando e in che misura si deve pagare.
Poste italiane resta un riferimento per i cittadini in tutta una lunga serie di servizi e prodotti. Le proposte della partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e della Cassa Deposito e Prestiti (CDP) si aggiornano sempre sulla base delle esigenze del mercato e dei cittadini.
Dunque le attività di Poste italiane non si limitano non soltanto alla classica corrispondenza e spedizione, ma a settori quali la telefonia mobile e fissa, la distribuzione di energia (gas e luce), i conti, le carte e i finanziamenti (con un lungo elenco di prodotti dal BancoPosta ai mutui e prestiti), le assicurazioni e la previdenza. E infine uno dei principali settori di Poste italiane, il risparmio e gli investimenti.
Libretti di risparmio postali, le imposte da pagare
Proprio nel risparmio Poste italiane offre ai clienti una serie di prodotti che garantiscono sicurezza e affidabilità. Tra essi il Libretto di risparmio postale, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato, raccolgono un successo duraturo e consolidato tra i risparmiatori italiani.
I punti di forza di questo prodotto sono proprio la facilità di gestione compresa l’apertura possibile on line o presso tutti gli uffici postali, con una procedura molto semplice, la garanzia dello Stato e l’assenza di costi di gestione, se non gli oneri di natura fiscale. I libretti sono di diverse tipologie: ordinario, smart, dedicato ai minori e giudiziario. Per tutti va ricordato un aspetto importante, quello fiscale.
Infatti in certe particolari condizioni sono sottoposti al pagamento dell’imposta di bollo. Questa si applica sulla giacenza media complessiva, ricavata dal calcolo della media dei saldi giornalieri in cui il libretto è valido. Ma quando si paga? La risposta è semplice se la giacenza media complessiva è superiore ai 5mila euro si pagano un’imposta pari a 34,20 euro.
Ma se il proprietario del libretto è una persona giuridica, l’imposta sale a 100 euro senza un limite di esenzione. Per le persone fisiche, dunque, al di sotto dei 5mila euro, l’imposta non è dovuta. Da ricordare a questo punto che l’imposta è dovuta complessivamente sui libretti posseduti con la stessa intestazione. Quindi se si possiedono vari libretti con giacenza media complessiva superiore ai 5mila euro, si deve versare l’imposta per ogni libretto, a prescindere dal singolo saldo o giacenza media.
L’imposta si versa al 31 dicembre di ogni anno o alla chiusura del libretto, in questo caso si paga alla data della cessazione del rapporto in proporzione al numero di giorni in cui il libretto postale era attivo (sempre che si superi la soglia dei 5mila euro).