È vero che le categorie protette hanno automaticamente diritto alla pensione? Facciamo chiarezza su questo punto.
Quando si parla di categorie protette si fa riferimento ad una determinata fascia della popolazione che per ragioni economiche e sanitarie ha bisogno di essere sostenuta dallo Stato.
A questa categoria di soggetti fanno parte anche le persone affette da invalidità grave che gli impedisce di vivere una vita come tutti gli altri. A causa della loro condizione di salute, le persone con invalidità accertata hanno diritto ad una serie di benefici e agevolazioni con lo scopo di favorirne l’integrazione sociale e lavorativa.
Categorie protette e diritto alla pensione: ecco cosa dice la legge italiana
In base a quanto stabilito dalla disciplina italiana appartenere ad una categoria protetta non dà automaticamente il diritto a percepire la pensione di invalidità. Questo trattamento economico infatti è riconosciuto in favore di soggetti che hanno un’invalidità compresa tra il 75 e il 99%. Per individuare la aliquota di invalidità è necessario sottoporsi ad un controllo sanitario eseguito da una commissione medica ASL.
I soggetti a cui è riconosciuta una invalidità pari al 100% hanno diritto a ricevere la pensione di inabilità civile. In ogni caso, le persone affette da invalidità hanno la possibilità di iscriversi alle categorie protette a partire da una percentuale pari al 46%. Così facendo, pur non avendo diritto a prestazioni economiche, possono ottenere agevolazioni sanitarie e fiscali.
Dunque, per accedere in anticipo alla pensione di vecchiaia, in virtù di un’invalidità, è necessario che questa sia pari ad almeno il 80%. In questa circostanza l’invalido può usufruire del cosiddetto decreto Amato per ottenere la pensione dopo aver versato 20 anni di contributi e aver raggiunto il sessantunesimo anno di età per gli uomini e 51 anni di età per le donne.
Coloro e quali è riconosciuta un’invalidità al 100%, hanno diritto alla pensione di inabilità pari a 313,91€ nel 2023, purché il reddito del soggetto sia inferiore a 17.920 euro. Inoltre con il 100% di invalidità si può ricevere anche l’assegno di accompagnamento pari a 517,84 al mese, nel 2023.
L’assegno è riconosciuto a prescindere dal reddito dell’invalido ed è indirizzato in favore di tutti coloro che non riescono a svolgere in maniera autonoma le attività di vita quotidiana e hanno bisogno dell’assistenza di un’altra persona. Per concludere, ricordiamo che le categorie protette hanno la possibilità non solo di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata ma anche allo scivolo pensionistico conosciuto come Ape sociale.