Campi Flegrei, scoperto cosa sta succedendo a Napoli: il perché delle continue scosse

Importante scoperta in merito alle continue scosse dei Campi Flegrei di Napoli: il perché spiegato da uno studio approfondito.

Le ultime settimane per i cittadini partenopei sono state molto delicate a seguito delle continue scosse dei Campi Flegrei. Tra piani di evacuazione e paura crescente, si sono evidenziate case e siti archeologici a serissimo rischio, tra Bacoli e Monte di Procida è scattato l’allarme per 3.000 residenti e monumenti.

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Spiegato il motivo delle continue scosse dei Campi Flegrei – Ansa Foto – (Napoli.Cityrumors.it)

Proprio in questi giorni la situazione legata ai Campi Flegrei ha trovato una risposta unanime in Parlamento. Dopo la Camera, infatti, anche Palazzo madama ha dato il via libero definitivo al decreto di prevenzione del rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei, convertendo in legge il provvedimento varato dal governo il passato 12 ottobre.

La situazione è decisamente delicata e il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, avevano già comunicato di una zona rossa a rischio bradisismo, un lento movimento locale della crosta terrestre. Le parole del ministro sono seguite a quelle del Governo che ha spiegato di essere al lavoro per intensificare le esercitazioni della protezione civile e di avviare la ricognizione della vulnerabilità delle strutture pubbliche e private.

I cittadini continuano intanto a chiedersi da cosa dipendano le scosse dei Campi Flegrei. A fare luce su questo aspetto ci pensa uno studio pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research e realizzato dagli studiosi dell’Università di Bologna e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Perché continuano le scosse ai Campi Flegrei

La ricerca condotta è stata resa nota già mercoledì 8 novembre 2023 dall’Ateneo bolognese. Un’indagine che si concentra su cosa accade sotto la caldera dei Campi Flegrei. A circa due chilometri di profondità è presente un volume cilindrico di roccia, alto 500 metri e dal diametro di circa 5 km, che sta svolgendo un ruolo da non sottovalutare nella fase di sollevamento dell’area.

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Gli studiosi spiegano cosa sta accadendo ai Campi Flegrei di Napoli – Ansa Foto – (Napoli.Cityrumors.it)

Il ricercatore del Dipartimento di Fisica e Astronomia Augusto Righi dell’Università di Bologna, Massimo Nespoli, ha spiegato che la sorgente di deformazione era già nota a seguito del sollevamento del suolo verificatosi nella stessa area tra il 1982 e il 1984. Aggiunge che i risultati mettono in evidenza come la serie temporale di sollevamento del suolo osservate possano ricondursi a quella stessa sorgente, localizzata a circa due chilometri di profondità.

In questi episodi, chiariscono gli studiosi, il ruolo del movimento di magma sarebbe secondario rispetto a quello rappresentato da fluidi pressurizzati e caldi presenti nelle rocce del sistema idrotermale della caldera. Il contributo del magma non può essere escluso a priori ma i risultati dell’indagine spiegano in modo efficace sia il tasso di sollevamento che l’andamento della sismicità, senza chiamare in causa la risalita del magma.

A seguito di quanto è emerso, la Commissione ha deciso di aumentare l’attività di monitoraggio dei centri di competenza e l’attività di prevenzione. Per gli esperti bisogna essere pronti e prepararsi all’eventuale passaggio da zona gialla ad un livello superiore.

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