I contribuente iniziano a domandarsi se nella Dichiarazione Sostitutiva Unica dovranno inserire o meno i Buoni Fruttiferi Postali. Da dove nasce questo dubbio?
Il 31 dicembre scadrà l’ISEE 2023 e per continuare a ricevere Bonus e agevolazioni sarà necessario procedere il prima possibile con il calcolo del valore ISEE 2024.

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente permette di stabilire la ricchezza patrimoniale e reddituale delle famiglie italiane. Ogni anno i cittadini procedono con il calcolo del valore ISEE per capire quali Bonus richiedere e quali somme ottenere. In base all’ISEE, ad esempio, si verrà inseriti in una specifica fascia che permetterà di ottenere un importo preciso con riferimento all’Assegno Unico Universale. Oppure si potrà avere accesso al Bonus sociale o ottenere l’incremento del Bonus asilo nido.
Tante opportunità che si perderanno non tenendo conto della scadenza dell’ISEE 2023. L’Indicatore ha validità annuale, da gennaio a dicembre. Significa che a gennaio 2024 bisognerà procedere con il nuovo calcolo e dunque con la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica. Questo documento richiede l’inserimento di numerose informazioni volte a stabilire il patrimonio e la capacità reddituale delle famiglie.
DSU 2024, i Buoni Fruttiferi Postali dovranno essere inseriti per il calcolo ISEE?
Il Governo ha deciso di venire incontro agli italiani escludendo i Buoni del Tesoro dai prodotti da indicare nella Dichiarazione Sostitutiva Unica a condizione che il loro valore sia inferiore a 50 mila euro.

I titolari di BTP entro questa somma, dunque, non dovranno inserire i Titoli nella DSU riuscendo a ridurre il valore ISEE e aumentando, così, la possibilità di avere accesso ad un maggiore numero di Bonus oppure a somme più elevate. BOT e BTP sono esclusi dalla DSU ma i Buoni Fruttiferi Postali?
Il DDL di Bilancio sembrerebbe includere nell’esclusione anche i Buoni di Poste Italiane. Il fine è evitare contestazioni di agevolazione selettiva che andrebbero contro le regole UE sulla libera concorrenza nel mercato comune. Di conseguenza, se i BTP e i BOT possono essere omessi dalla DSU allora deve accadere la stessa cosa anche per i Buoni Fruttiferi Postali e ogni altra forma di investimento dei piccoli risparmiatori in prodotti finanziari con garanzia pubblica. E ricordiamo che i BFP sono garantiti dallo Stato italiano.
Nella lunga lista di documenti da utilizzare per la compilazione della DSU, dunque, nel 2024 non si dovrà tener conto dei Titoli di Stato e dei BFP. Ricordiamo che il cittadino può procedere in autonomia grazie al modello ISEE precompilato messo a disposizione sul sito dell’INPS oppure può avvalersi dell’aiuto di CAF e patronati.