Proprio qui si narra che Virgilio avesse trovato la porta dell’ inferno. Un lago intriso di storia e leggenda nella regione Campania.
La storia di questo lago nel bel mezzo della regione Campania racconta tanto di miti e leggende. Sembra che Enea e Dante vi avessero trovato il loro ingresso agli inferi. Ma sembra anche che le acque di questo lago campano fossero le protagoniste di uno scontro storico, quello tra Zeus e i Titani. Il paesaggio attorno a questo lago ha ispirato tanti scrittori, con la sua incredibile inquietudine e la sua tipica suggestione. Un lago anche ricco di eventi storici, quelli legati ad Augusto e alla storia militare romana.
Anche Virgilio nella sua Eneide, descriveva il Lago d’Averno. Un luogo dove i vivi incontravano i morti, secondo gli antichi romani. Siamo in luogo che si trova a metà strada tra la realtà e il mito e che proprio per questo resta un itinerario davvero affascinante. Va assolutamente visitato se ci si trova nella splendida regione della Campania, che di bellezze ne ha davvero tante. Un modo come un altro per respirare le leggende che lo circondano
Una natura inquieta e il lento movimento delle acque
Il Lago d’Averno, con la sua misteriosa natura circostante e le sue acque lente e piatte, divenne nel tempo il simbolo del regno di Ade. Sembra che proprio qui Annibale avesse compiuto dei sacrifici di sangue, per avere la fiducia delle divinità del sottosuolo. Qui, nel Lago d’Averno, anche Dante, Torquato Tasso e Leopardi videro un ingresso privilegiato verso l’oltretomba.
Ecate, la regina degli specchi e dei demoni cattivi e malvagi, era considerata la protettrice di quei boschi che ancora oggi fanno da cornice al lago. Proprio qui Enea scende nel regno dei morti per cercare il padre Anchise. Ma la caratteristica di questo Lago d’Averno risiede nel fatto che nel corso del tempo, nemmeno nelle giornate più chiare e limpide, ci fossero uccelli che sorvolassero le acque del lago. Un qualcosa che è sempre risultato molto insolito, ma che ha una spiegazione.
La motivazione, secondo la leggenda, risiedeva nelle esalazioni solforose delle acque del lago, e che secondo la leggenda provenivano dai sotterranei e dall’infernale Acheronte. Queste esalazioni sembra avessero la capacità di uccidere ogni uccello o volatile che si dovesse trovare a sorvolare le acque del lago. Ecco spiegato il motivo per cui il Lago d’Averno è conosciuto per essere un luogo senza uccelli.
Quando Dante parla di una “selva oscura” nella sua Divina Commedia sembra che si riferisse a quella che circondava il Lago d’Averno. Ma non è tutto sembra che questa area del lago campano fosse un porto romano dimenticato ed ecco che il Lago d’Averno divenne una base importante militare nell’antichità.
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Ma a causa dei fenomeni di bradisismo, abbassamento del suolo, che cominciavano a creare problemi alla zona, vista l’attività vulcanica in prossimità, il porto fu abbandonato. Fin quando non fu completamente sommerso dalle acque e dimenticato.