La precarietà lavorativa e attività intermittenti possono compromettere l’importo della pensione. Ecco come affidarsi ad un’alternativa preziosa, i fondi pensionistici
Il mondo del lavoro è sempre più frammentato e restare nella medesima azienda per l’intero percorso lavorativo è diventato davvero difficile. La precarietà e le attività intermittenti non solo allontanano il traguardo della pensione ma rischiano di avere anche pesanti ripercussioni su quello che sarà l’importo finale del cedolino che si riceverà. Ecco perché molti esperti consigliano di non aspettare e di iniziare sin dall’avvio della propria carriera lavorativa a costruirsi un fondo pensionistico. Vediamo dunque come fare e perché questa procedura può rivelarsi molto vantaggiosa.
La cosiddetta previdenza alternativa è un modo per accantonare somme di denaro in maniera relativamente costante nel tempo, per poi riscuoterle interamente oppure con un’erogazione mensile, in futuro. Ci troviamo dunque di fronte ad una categoria di investimento pensata per svilupparsi sul lungo termine, consentendo al contribuente di risparmiare una quantità di denaro che, una volta terminato il periodo lavorativo, potrà utilizzare.
La somma, inoltre, potrà essere sommata a quella corrisposta attraverso la classica pensione fornendo un extra rendimento che avrà subito nel corso degli anni una rivalutazione. Infatti ciò che viene versato verrà man mano capitalizzato in obbligazioni o azioni ma anche in immobili.
Fondi pensione, le tipologie disponibili e come si può accantonare il denaro
Sono diverse le tipologie di fondi pensione disponibili: si inizia con il fondo pensione chiuso, rivolto ai lavoratori che riceveranno in futuro un assegno integrativo oltre alla pensione. Questi fondi sono soggetti alla contrattazione collettiva aziendale oppure nazionale e la loro variabilità è legata alla residenza del lavoratore. Seconda tipologia sono i fondi pensione aperti: in questo caso gli accantonamenti vengono effettuati mediante compagnie assicurative, istituti bancari o ancora attraverso società private. Di fatto dunque i risparmi dell’aderente verranno amministrati ed in questo caso non è necessario svolgere attività lavorativa per aderire.
Troviamo infine i PIP, i cosiddetti piani individuali pensionistici: in questo caso la stipula è individuale e l’accantonamento viene effettuato mediante una compagnia di assicurazione. Ciò che differenza i Pip dai fondi di pensione integrativa è il livello di rischio. Chiaramente le formule che vanno ad investire unicamente sulle azioni sono quelle con un maggiore rischio mentre i fondi monetari che investono su obbligazioni, Buoni Ordinari del Tesoro, Bot, avranno un livello di rischio inferiore.
Il fondo pensione potrà poi essere trasformato in una rendita oppure sfruttare il riscatto del 50% del guadagno vitalizio ed altrettanto per il capitale. Questo nel caso si voglia avere immediatamente a disposizione la metà di quanto accantonato. La restante metà invece verrà erogata mediante cedolini mensili. Infine si può scegliere la totale liquidazione del capitale investito.