Perché nel 2024 potrebbe essere prevista una terza rata per il pagamento dell’Imu? Attenzione al dettaglio da non sottovalutare.
Chi è tenuto a pagare l’Imu sa bene che il versamento è suddiviso in due rate, ovvero in acconto e saldo. Ma se vi dicessimo che nel 2024 potrebbe esserci una terza rata? Ebbene si, la decisione arriva dal governo ed è stata inserita nella Manovra 2024.
Si prevede proprio la possibilità, da parte dei Comuni che si occupano di raccogliere i versamenti relativi all’Imposta Municipale Unica, di istituire una rata ulteriore ma solo a fronte di specifiche casistiche. E non sempre, per i cittadini, si tratterà di una brutta notizia. Vediamo per quale motivo è prevista questa novità.
Per spiegare il motivo della possibile introduzione di una terza rata, è necessario ricordare un elemento importante afferente alla procedura che i Comuni devono seguire per ciò che riguarda la decisione dell’aliquota da applicare all’Imu per immobili, terreni ed altri immobili presenti sul proprio territorio.
Esiste infatti un limite temporale entro il quale deliberarla. Ma per quanto riguarda il 2023 l’esecutivo ha stabilito, predisponendo la norma sulla Legge di Bilancio, che qualora i comuni abbiano approvato, entro lo scorso 30 novembre, modifiche alle aliquote Imu, possano effettuare la richieste di un conguaglio, che i cittadini dovranno versare, entro il 29 febbraio del 2024, sotto forma di una terza rata. Chiaramente questo andrà fatto solo nel caso in cui la variazione di aliquota dovesse far emergere un debito a saldo dovuto.
Attenzione però: perché la procedura sia corretta i comuni devono aver inserito le nuove aliquote sul Portale del Federalismo Fiscale entro il 15 gennaio 2024. Solo in questo caso e qualora emerga un debito d’imposta, dovrà essere versato il conguaglio. Ma se la variazione dovesse comportare una riduzione dell’aliquota i cittadini potrebbero anche andare a ‘credito’.
Il motivo del conguaglio è legato al fatto che la seconda rata dell’Imu è stata versata a dicembre e lo si è fatto con la medesima aliquota dell’acconto. Qualora invece entro il 30 novembre non siano state deliberate, da parte dei Comuni, nuove aliquote, rimarrà valido il saldo di dicembre con le medesime aliquote dell’acconto del mese di giugno pertanto si pagherà il totale suddiviso al 50% in due rate. Massima attenzione dunque a verificare quanto deliberato dal Comune nel quale si versa solitamente tale imposta.
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