L’avventura di José Mourinho sulla panchina della Roma è finita, ma non i soldi che la società deve allo Special One (e sono tanti)
Dopo due anni e mezzo di amore folle, la storia tra la Roma e José Mourinho è giunta al capolinea. Certo, i tifosi non dimenticheranno mai il primo trofeo internazionale vinto proprio grazie allo Special One – la Conference League -, ma la società ha deciso che non si poteva più continuare insieme, e questo perché i risultati ottenuti in stagione non erano all’altezza di quello che era uno dei migliori allenatori di sempre in Serie A, sicuramente il più pagato di ora, con Massimiliano Allegri.
Anche se è stato esonerato dai Friedkin, che hanno preferito affidare la panchina giallorossa a Daniele De Rossi, che farà da traghettatore fino al termine della stagione, gli statunitensi dovranno comunque continuare a pagare l’ingaggio al portoghese e al suo team fino a giugno, quando scadrà il contratto. Si era parlato di un prolungamento, o meglio Mourinho aveva dichiarato di voler proseguire la sua avventura alla Roma, magari con i giovani, ma la firma non è mai arrivata, e non arriverà considerato com’è andata a finire tra lui e la proprietà.
Nonostante la nona posizione in classifica, l’uscita di scena in Coppa Italia nel derby contro la Lazio, i sedicesimi di finale di Europa League in un girone che la Roma avrebbe dovuto vincere, e quindi l’esonero, Mourinho dovrà intascare i 7 milioni di euro previsti dal contratto, 1,5 milioni in più rispetto a quelli che prende Simone Inzaghi all’Inter, che sta guidando il campionato.
Se non bastasse, dicevamo, c’è lo staff. Secondo i calcoli fatti da Calcio e Finanza, il team dello Special One ha raccolto nel primo anno nella Capitale 19,09 milioni di euro dovuti ai bonus raggiunti per la vittoria della Conference, mentre il secondo anno l’esborso è sceso a 17,97. Alla luce di questo, quindi, ne dovrebbero servire ancora 9 per terminare per davvero il rapporto tra il portoghese e la società giallorossa.
Certo, le due parti in causa potrebbero anche mettersi d’accordo per trovare una soluzione che possa non gravare così tanto nelle casse dei capitolini, ma considerato il benservito dato senza preavviso, sembra molto difficile che ciò accada.
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