Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” sono arrivate le parole da parte del segretario della Cgil, Maurizio Landini
Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, lo ha ribadito chiaro e tondo. Altro che passo indietro, semmai uno avanti: non ha alcuna intenzione di arrendersi e continuerà ad andare per la propria strada. Ennesimo appello al governo il suo. Dichiarazioni forti quelle che ha rilasciato nel corso di una intervista alla “Repubblica“. Nel corso della stessa ci ha tenuto a precisare che bisogna rinnovare i contratti e che non è assolutamente d’accordo alle gabbie salariali.
Allo stesso tempo ci ha tenuto a precisare che il governo deve ritirare assolutamente la legge che riguarda la delega sulla contrattazione. Sempre rivolgendosi al team guidato dalla premier Giorgia Meloni ha aggiunto: “Il governo torni a negoziare con i sindacati per superare la precarietà, fisco giusto, politica industriale. Non c`à una strategia, le privatizzazioni servono solo a fare cassa. La mobilitazione continua“.
Per quanto riguarda la questione in merito al “salario giusto” è stato fin troppo chiaro: “Si tratta di una delega che deve essere assolutamente ritirata. Anche perché non è mai successo che si tenti di modificare una contrattazione senza nemmeno coinvolgere i sindacati“.
Un altro tema, molto a cuore di Landini, che ha voluto analizzare è quello riguardante i salari: “La busta paga di gennaio sarà la stessa di dicembre. Il taglio Irpef vale tra 7 e 10 euro lordi al mese, ma il carrello della spesa non si è abbassato“. Si è soffermato anche sulle privatizzazioni: “Servono solamente per poter svendere e fare cassa, senza una strategia, non servono. Altrimenti siamo pronti a mobilitarci ancora“.
In conclusione ci ha tenuto a ribadire: “Abbiamo bisogno di strategie di sviluppo. Dobbiamo fare scelte strategiche per guidare le transizioni ambientale e digitale. Invece siamo in ritardo. Senza una politica industriale. Avanti solo con incentivi e marchette elettorali. Credo che sia anche arrivato il momento di dire basta“.
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