Roberto Calderoli, ministro del governo Meloni, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ si sofferma sull’autonomia e difende la legge dalle critiche della sinistra.
L’autonomia differenziata prosegue il suo percorso in Parlamento. Dopo il via libera al Senato, la legge è pronta a passare alla Camera per il via libera definitivo. Non sono attese particolari sorprese o modifiche alla norma e questo porterà quasi certamente anche la sinistra a votare contro il provvedimento.
Chi difende la norma è sicuramente Roberto Calderoli. Il ministro, che ha scritto la legge, in un’intervista al Corriere della Sera difende con forza il provvedimento e attacca in modo molto duro la sinistra. E sul passaggio alla Camera l’esponente del governo dice che non si aspetta nessuna particolare sorpresa.
Autonomia, Calderoli apre a modifiche
Il testo alla Camera non dovrebbe cambiare, ma il ministro Calderoli non esclude modifiche. Al quotidiano italiano l’esponente della Lega ribadisce che al Senato è stato fatto “un lavoro di otto mesi molto serrato e approfondito e credo che il testo sia davvero ponderato. Ma siamo pronti a correggere eventuali errori“.
Parole che confermano l’apertura a dei cambiamenti alla norma anche se questo cammino si preannuncia molto complicato. Il governo vuole chiudere la partita nel giro di davvero poco tempo e per questo motivo non ci dovrebbero essere delle modifiche al testo. Infatti, le novità porterebbero la norma nuovamente al Senato e il rischio è quello di vedere le tempistiche di altri temi cruciali come giustizia e premierato ad essere più lunghe del previsto.
L’attacco alla sinistra
Come detto in precedenza, la sinistra è sempre stata contraria a questa riforma. Attacchi e critiche che non sono assolutamente piaciute alla destra e allo stesso Calderoli. Il ministro in questa intervista sottolinea “la sinistra per 22 anni si era approvata a maggioranza il cambio della Costituzione. E cosa ha fatto? Questo mi fa rabbia“.
Parole molto chiare e che ribadiscono una visione differente tra la maggioranza e le opposizioni. Ed ora la battaglia si sposta alla Camera dopo il confronto in Senato.