“Ti ammazzo come la Cecchettin”, anni da incubo per una donna che ha temuto il peggio: scattano le manette nei confronti del compagno violentoÂ
L’aveva minacciata, in più di una occasione, di ucciderla. Di toglierle la vita. Proprio come è successo alla povera Giulia Cecchettin ed alle altre donne vittime di femminicidio nel nostro Paese. Un vero e proprio incubo quello che ha subito una donna. Un incubo che è durato tre lunghissimi anni dove ha subito umiliazioni di tutti i tipi, violenza fisica e verbale (insulti a non finire). Per un uomo di Villa Literno (provincia di Caserta) sono scattate le inevitabili manette.
La donna veniva picchiata ovunque, anche dinanzi al loro figlio piccolo. Fino a quando non l’ha minacciata di morte “promettendole” di fare la fine della studentessa di Vigonovo, uccisa l’11 novembre dello scorso anno dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Per il violento si sono aperte le porte del carcere della casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Le accuse nei suoi confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla di: maltrattamenti in famiglia e lesioni personali davanti all’autorità giudiziaria.
Si è arrivati ad una conclusione dopo che i carabinieri di Villa Literno, con la collaborazione dei colleghi di Casal di Principe, hanno effettuato delle lunghe indagini, le stesse che sono state dirette dalla Procura di Napoli Nord. A quanto pare l’uomo avrebbe iniziato il suo periodo di violenze, nei confronti della donna, a partire dal mese di luglio del 2020 fino ad ora. Un vero e proprio incubo quello che la vittima ha dovuto subire per tantissimi anni.
La vicenda è emersa dopo le indagini dei carabinieri di Villa Literno e di Casal di Principe, dirette dalla Procura di Napoli Nord. Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, l’uomo si sarebbe reso protagonista di continui maltrattamenti fisici e mentali nei confronti della moglie, almeno a partire dal mese di luglio 2020 e fino al recente periodo.
Non è finita qui visto che continuava a minacciarla anche nel caso in cui avesse sporto denuncia alle forze dell’ordine se avesse rivelato tutto quello che subiva.
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