Il prodotto civetta è un sistema usato dai commercianti molto più spesso di quanto si creda e i consumatori devono stare attenti.
Sappiamo che lo scopo delle aziende è quello di vendere, e va bene così, però è anche vero che spesso le stesse aziende utilizzano dei metodi poco “trasparenti”, o comunque non comprensibili nell’immediato da parte dei consumatori.
Conoscere alcune dinamiche utilizzate nel marketing può aiutarci a fare acquisti più consapevoli e a tutelarci da “inganni” che hanno lo scopo, ovviamente, di farci spendere più soldi di quanti vorremmo.
Cosa significa Prodotto Civetta e perché dovremmo conoscere questa strategia usata dai commercianti
In qualsiasi negozio, che vende diversi tipi di prodotto, fisico o online, si trovano le promozioni e i clienti ne sono ovviamente felici.
Le offerte e gli sconti servono ad attirare i consumatori e non sono certo “opere benefiche”, però si tratta di una pratica assolutamente legale e ovviamente conosciuta da chi va a fare acquisti. C’è da dire però che le strategie dei commercianti sono molto astute e molto spesso ci facciamo “fregare”.
È il caso, tra gli altri, del prodotto civetta: con questa definizione si intende un prodotto che viene esposto in primo piano in vetrina (o nella home page di un e-shop) ad un prezzo super ribassato, molto inferiore a quello di listino.
Lo scopo del commerciante è quello di stuzzicare la voglia di risparmio del cliente: questi, una volta entrato in negozio, sarà però attirato anche da altri prodotti e molto probabilmente oltre a quello super scontato acquisterà anche altro. Il negoziante a questo punto ha “vinto”, perché ha recuperato la perdita su una vendita a basso costo con le entrate derivanti dagli altri acquisti.
Il consumatore ha probabilmente soddisfatto il suo desiderio di shopping, ma forse ha comprato qualcosa che non serviva, o ha speso di più di quanto volesse.
Oltre a queste dinamiche quella del prodotto civetta può manifestarsi in vari modi; un esempio concreto è quello di un prodotto venduto a bassissimo costo, quasi “regalato”, ma di cui poi il consumatore deve acquistare altri sotto prodotti. Parliamo ad esempio di un rasoio che necessita delle lamette nuove, o di una macchina del caffè di cui poi si devono acquistare le capsule, oppure di un videogioco che prevede poi l’abbonamento per sbloccare livelli.
Non si tratta di pratiche illegali, ma conoscerle significa fare scelte più consapevoli durante un acquisto.