Appiccò incendio in casa ed uccise la compagna, arriva l’ergastolo

Appiccò incendio in casa ed uccise la sua compagna, arriva l’ergastolo nei confronti del killer: gli ultimi aggiornamenti 

Nella giornata di ieri, lunedì 29 gennaio, è arrivata la decisione da parte del giudice in merito ad un episodio di cronaca molto grave verificatosi nel napoletano. Bisogna tornare indietro di un bel po’ di tempo, precisamente il 10 marzo del 2022, quando nel Borgo di Sant’Antonio Abate una abitazione andò in fiamme. All’interno della stessa era presente la 23enne Anastasiia Bondarenko. Per quest’ultima (ragazza di origine ucraina) non ci fu nulla da fare visto che venne divorata dal fuoco.

Condannato all'ergastolo il killer
Appiccò incendio nell’appartamento ed uccise la compagna (Ansa Foto) Napoli.Cityrumors.it

Ad appiccare l’incendio il suo compagno, Dmytro Trembach. Per l’uomo, 27 anni, è stato deciso per l’ergastolo. Questa la decisione che è stata presa dalla terza sezione della Corte d’Assise di Napoli. I giudici non hanno avuto alcun dubbio e lo hanno considerato colpevole per aver ucciso la compagna. Non è finita qui visto che è stato deciso anche per la provvisionale di 100mila euro in favore della figlia di 5 anni della giovane. Quest’ultima salva per miracolo grazie al pronto intervento della coinquilina.

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La ragazza, poche settimane prima, era scappata dal conflitto in Ucraina. Nel settembre del 2021 decise di partire per l’Italia da sola. Era tornata in Ucraina tre mesi dopo visto che non era riuscita a trovare lavoro ed era rimasta per poco tempo. Il 1 marzo decise di tornare in Italia, proprio a Napoli, insieme alla figlia. Le indagini hanno sempre portato la firma da parte dei carabinieri, coordinate dai pm Luigi Santulli e Daniela Varone e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone.

Condannato all'ergastolo il killer
Appiccò incendio nell’appartamento ed uccise la compagna (Ansa Foto) Napoli.Cityrumors.it

Secondo quanto riportato dagli inquirenti pare che la ragazza volesse definitivamente chiudere il rapporto con Trembach. Pochi giorni prima del drammatico epilogo c’erano state diverse liti, fino a quando il 10 marzo di quell’anno il suo connazionale non appiccò l’incendio in casa. La ragazza rimase intrappolata nelle mura e chiusa in bagno. Per lei non c’è stato nulla da fare mentre sua figlia è riuscita a salvarsi.

Proprio la figlia, durante l’interrogatorio, aveva rivelato agli inquirenti di aver chiesto a Trembach di intervenire per salvare la madre. Ed invece l’uomo non ha fatto assolutamente nulla. Una settimana più tardi scattò il fermo per lui. Ad incastrarlo, oltre alle risultanze investigative, anche le parole della madre della vittima. Il giorno dopo l’omicidio si era recata nella caserma dei carabinieri dove aveva parlato della telefonata dell’uomo che le diceva: “Sono stato io a bruciarla, vai a comprare i fiori per il funerale“.

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