Caso Ilaria Salis, nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” è intervenuta la fondatrice del partito ‘+Europa’, Ilaria Salis
In queste ultime ore non si sta parlando d’altro se non della vicenda che vede come protagonista Ilaria Salis, ovvero della donna italiana detenuta in Ungheria. Da almeno due anni e con l’accusa di aver aggredito due nazifascisti. Nella giornata di ieri, lunedì 29 gennaio, c’è stata la prima udienza. Le immagini dell’arrivo della Salis in aula hanno fatto inevitabilmente il giro del mondo visto che era incatenata e trascinata con un guinzaglio da parte di un agente. Proprio come se fosse una prigioniera di guerra medievale.
Una immagine che, per la stessa Bonino, tende a macchiare ulteriormente l’Unione Europea. Non solo: in questo caso i diritti umani non vengono rispettati, neanche per i detenuti. Di questo si è lamentato anche l’attuale ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha chiesto il rispetto dei diritti umani. Allo stesso tempo la Bonino invita il vicepremier a fare chiarezza ed a spiegare cosa sta realmente accadendo e magari chiedere all’Ungheria di far trascorrere alla Salis i domiciliari nel nostro Paese.
Si rifiuta di pensare che l’iniziativa del governo possa essere stata condizionata a causa dell’orientamento politico. Anzi, spera che siano intervenute delle difficili comunicazioni da parte dei due governi. Ovviamente ne ha anche per Giorgia Meloni. Non è affatto un mistero che tra la premier ed il presidente ungherese, Viktor Orban, il rapporto sia molto amichevole. Proprio per via di questi rapporti spera di poter convincere ed insistere nel portare la donna in Italia in attesa di giudizio.
Sul fatto che molti Paesi avrebbero ritirato la rappresentanza diplomatica (come annunciato anche da Roberto Salis, padre di Ilaria) fa sapere di non essere assolutamente molto d’accordo. Nel frattempo il ministro Tajani ha convocato a Roma l’ambasciatore ungherese per chiedere chiarimenti. In conclusione la Bonino ha risposto alle parole da parte del commissario della Giustizia, Didier Reynders, che non intende intervenire negli “affari individuali, ma allo stesso tempo è pronto a fornire aiuto.
Su questo ha risposto: “Può essere un inizio, ma non un qualcosa di decisivo. Serve solamente a mettere pressione al governo italiano. I membri del governo devono farsi sentire ed alzare la voce“.
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