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Economia

In pensione a 56 anni con 20 anni di contributi è possibile da subito, ma molti non lo sanno e non fanno domanda

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Sophia Melfi

Con 20 anni di contributi lavorativi, è possibile andare in pensione a 56 anni. Pochi lo sanno, i dettagli per fare domanda.

Molte lavoratrici potrebbero avere la possibilità di andare in pensione a 56 anni con soli 20 anni di contributi, ma spesso non ne sono a conoscenza. Esiste infatti una misura che potrebbe essere adatta a molte persone, ma purtroppo è poco conosciuta.

Pensione post 50 anni (Napolicityrumors.it)

Spesso, le persone disabili tendono a concentrarsi solo sulle misure più pubblicizzate, come la quota 41 per i precoci o l’Ape sociale, ma queste misure includono anche i potenziali beneficiari invalidi. Per questo motivo, ci concentriamo oggi sulla pensione di vecchiaia anticipata per i disabili con invalidità pensionabile.

In pensione a 56 anni è possibile? I requisiti

Un esempio pratico: Renata, che ha sempre lavorato come donna delle pulizie, è diventata disabile a causa di una brutta caduta che le ha causato la perdita dell’uso della sua mano destra. Nonostante sia stata riconosciuta invalida all’80%, avendo appena compiuto 57 anni, non può ancora andare in pensione nonostante abbia versato contributi per 30 anni.

I requisiti per andare in pensione a 56 anni – napoli.cityrumors.it

Il suo Patronato le ha detto che potrebbe ottenere un assegno di invalidità civile, ma si tratterebbe di poco più di 300 euro al mese, una cifra insufficiente per vivere. Renata ha chiesto spiegazioni sull’Ape sociale, che sembra essere utile anche per le persone che svolgono lavori come quello delle pulizie, ma le è stato detto che non ha diritto. Si chiede quindi cosa possa fare.

In effetti, esistono due misure di pensionamento anticipato, come l’Ape sociale e la quota 41 per i precoci, che includono anche i beneficiari invalidi. Tuttavia, per poter accedere a queste misure, è necessario avere un’invalidità almeno al 74%. L’Ape sociale per gli invalidi richiede di raggiungere l’età di 63 anni e 5 mesi insieme a 30 anni di contributi versati nel 2024. La quota 41 per i precoci non ha limiti di età, ma richiede almeno 41 anni di contributi e un’invalidità almeno al 74%.

Purtroppo, nella situazione di Renata, essendo relativamente giovane, non può usufruire di nessuna delle due misure. Tuttavia, le persone disabili hanno comunque diritto a un trattamento da parte dell’INPS, ma solo se l’invalidità è grave. Le pensioni per gli invalidi civili totali o parziali non superano i 333 euro al mese, a condizione che il reddito del richiedente non superi i 19.461,12 euro annui.

Tuttavia, esiste una misura chiamata “pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile” che potrebbe permettere a Renata di ottenere un assegno più significativo, basato sui contributi versati. Per accedere a questa misura, è necessario raggiungere l’80% di invalidità e avere almeno 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini. La finestra temporale per richiedere questa misura è di 12 mesi, e sono sufficienti anche solo 20 anni di contributi versati.

Sophia Melfi

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