In alcune occasioni il datore di lavoro può negare un permesso al proprio dipendente. Ecco come deve comportarsi il lavoratore.
In Italia, ogni lavoratore dipendente ha il diritto di richiedere al proprio datore di lavoro un permesso di lavoro. Nello specifico, i dati relativi alle ferie, la Riduzione dell’Orario di Lavoro (ROL) e i permessi “ex fest” sono riportati tutti all’interno della busta paga. Se da una parte, le ferie sono stabilite in giorni, le giornate di Riduzione dell’Orario di Lavoro sono maturati mensilmente a seconda del tipo di contratto. Questa possibilità di non essere presente durante alcune giornate di lavoro è differente dai permessi di lavoro, che potevano essere retribuiti o non retribuiti.
I permessi di lavoro retribuiti sono disciplinati dallo specifico Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL). Tutti i lavoratori dipendenti, sia appartenenti al settore pubblio e sia di quello privato, hanno diritto a 32 ore all’anno che corrispondono alle vecchie festività, indicati sulla busta paga sotto la dicitura “ex fest”. In particolare, a seconda dell’inquadramento e del settore, un lavoratore può richiedere al datore di lavoro una serie di tipologie diverse di permessi.
Esistono permessi dedicati ai lavoratori genitori, ovvero il permesso di maternità e paternità o il congedo parentale, lavoratori studenti (250 ore nell’arco di tre anni per concludere la scuola dell’obbligo). Il dipendente può assentarsi dal lavoro per donare il sangue (24 ore). Per motivi di matrimonio, i lavoratori possono richiedere un permesso di 15 giorni continuativi, mentre 3 giorni per decesso o grave malattia del congiuge. Nello specifico, ogni tipologia di permesso possiede le proprie regole, preavvisi e documentazioni da compilare.
I permessi si dividono, inoltre, tra quelli retribuiti e quelli non retribuiti. Utilizzando quelli non retribuiti, il dipendente può assentarsi dal lavoro con una riduzione dello stipendio nella propria busta paga. Il numero di permessi non retribuiti vengono stabiliti dalla Legge, dai Contratti Collettivi oppure da accordi sindacali. Inoltre, per richiedere un permesso non retribuito, il datore di lavoro deve essere informato per iscritto con un preavviso minimo di tre giorni.
Ma il datore di lavoro può decidere di negare un permesso al proprio dipendente? E, nel caso, come si deve comportare il lavoratore? Secondo la sentenza n. 688 del 2018, i ROL e gli altri permessi di lavoro retribuiti non possono essere in qualsiasi modo negati. Inoltre, non è possibile per l’azienda trasformare i permessi in un dispositivo di potere e di controllo sui dipendenti. Viceversa, si chiede al lavoratore di farne un utilizzo consapevole e responsabile.
Dunque, nonostante dovessere presentarsi problematiche di natura organizzativa, l’azienda non può negare o concendere i permessi in modo arbitrario. L’unico caso in cui il datore di lavoro può decidere effettivamente se accordare o meno un permesso è la tipologia per motivi personali. Infine, è fondamentale ricordare che il lavoratore deve rivolgersi immediatamente agli organi competenti (sindacati, associazioni di categoria o ispettorato territoriale del lavoro) qualora si presentasse la situazione di un rifiuto da parte del datore di lavoro.
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