A breve Facebook, Instagram e WhatsApp potrebbero abbandonare l’iPhone. Il tutto a causa di una nuova legge: cosa sta succedendo.
Ad oggi immaginare uno smartphone senza social network è letteralmente impossibile. Questi strumenti sono ormai diventati parte integrante della nostra vita e ci accompagnano nel corso della giornata. Al punto che molti utenti vivono una vera e propria dipendenza da social, non riuscendo a stare lontano dal proprio avatar digitale. Eppure proprio per questi utenti non ci sono belle notizie, specie se si ha un dispositivo come l’iPhone di Apple. Infatti ben presto queste piattaforme potrebbero dover dire addio al colosso di Cupertino.
Questo potrebbe essere causa di una recente introduzione da parte di Apple. L’azienda leader del settore tech è pronta ad introdurre una nuova tassa che ha suscitato notevoli preoccupazioni tra gli sviluppatori nell’Unione Europea, segnando un significativo cambiamento nella politica dell’AppStore in risposta alle nuove regole stabilite dal Digital Markets Act (DMA) europeo. Queste modifiche aprono la strada ad uno scenario più competitivo e diversificato nel mondo delle app, ma allo stesso tempo impongono una tassa di 0,50€ per ogni nuova installazione oltre il primo milione. E’ importante quindi capire come funziona questa imposta da Apple.
Facebook, Instagram e WhatsApp pronti a dire addio ad Apple: spunta una tassa
Apple ha spiegato come funziona la sua tassa. Inizialmente la struttura tariffaria sembra favorevole, visto che le app distribuite attraverso negozi di terze parti sono esentate da ulteriori commissioni e per coloro che scelgono di rimanere sull’App Store, le tariffe tradizionali sono state ridotte al 17%, scendendo addirittura al 10% per le “piccole aziende”. Il problema inizia a sorgere quando le applicazioni raggiungono una popolarità considerevole.
Infatti ogni applicazione con oltre un milione di installazioni all’anno è tenuta a versare 50 centesimi di euro per ogni nuova installazione oltre il primo milione. Questo addebito si applica annualmente per ogni utente e considera gli aggiornamenti delle app come nuove installazioni. Le app più popolari, come Spotify o Netflix, sono costrette a pagare questa tassa per ogni utente al di là del primo milione di installazioni, generando non poche preoccupazioni finanziarie.
Capirete quindi che il modello in questione potrebbe penalizzare i grandi colossi come Meta, che dovrebbe affrontare considerevoli costi. Questa nuova politica potrebbe rappresentare una sfida per gli sviluppatori di app più piccole che, se improvvisamente diventassero virali superando il milione di installazioni, si troverebbero a sostenere costi considerevoli. Oltre all’impatto finanziario, però ci sono anche delle complicazioni operative. Le aziende che optano per negozi di app di terze parti devono convincere gli sviluppatori a migrare.
In queste ore sono arrivate già delle pesanti critiche da parte dei CEO di Epic Games e Spotify, che hanno puntato apertamente il dito contro Apple. La Commissione Europea, invece, esaminerà le nuove regole quando il DMA entrerà in vigore a marzo, e potrebbe richiedere ulteriori modifiche se riterrà che violino le nuove normative. La nuova struttura proposta da Apple quindi sembra aver suscitato non poche polemiche, non solo da parte degli sviluppatori di piccole app.