Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Domani” è intervenuto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri
Da poco più di tre mesi ha assunto l’importante incarico di procuratore della città di Napoli. Un ruolo assolutamente non facile. Una decisione presa dopo i terribili fatti di cronaca verificatisi in quel di Caivano. Nicola Gratteri può ritenersi più che soddisfatto di questa importante presa di posizione. Nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano “Domani” ha svelato gli ultimi ed importanti aggiornamenti. Senza, però, dimenticare di mandare qualche frecciatina ad un ministro dell’attuale governo.
In particolar modo a Carlo Nordio, ministro della Giustizia. Può ritenersi soddisfatto del suo gruppo di lavoro che, passo dopo passo, sta costruendo. Ascolta le opinioni di tutti, ma alla fine a prendere una decisione è sempre lui. Ammette che ci sono magistrati molto preparati, ma allo stesso tempo fa sapere che la Procura di Napoli non è ancora a regime e deve fare molto di più. L’obiettivo è rendere quanto più vivibile possibile questo territorio.
Gratteri: “Ecco la differenza tra ‘ndrangheta e camorra”
Successivamente ha parlato delle differenze che ci sono tra ‘ndrangheta e camorra: la prima è decisamente più dura e con un controllo del territorio molto importante, senza dimenticare l’ossessione delle regole. Mentre nel capoluogo campano ci sono tanti tipi di camorre, ma non vuole etichettare i giovani che sparano in strada come dei camorristi.
Come annunciato in precedenza ne anche anche per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pronto a rivedere la questione delle intercettazioni e che costano troppo. La sua risposta non si è fatta assolutamente attendere: “In tutti questi anni ho sentito parlare persone con ruoli importanti che non capiscono e dicono tante sciocchezze. Io posso parlare visto che nell’86, quando iniziai a fare il magistrato, le intercettazioni si usavano utilizzando le bobine. Per mettere sotto controllo il telefono lo Stato paga tre euro al giorno, questa è la grande spesa?“.
Nel nostro Paese, continua il procuratore, vengono spesi 170 milioni di euro l’anno, ma non viene mai rivelato quanti soldi vengono recuperati. A Napoli sono stati spesi quasi 5 milioni di euro per le intercettazioni, ma il valore dei beni di sequestri e somme si è arrivati a ben 197 milioni di euro. Poi conclude: “Per molti che parlano in Parlamento alcune frasi dei mafiosi potrebbero non significare nulla, per noi pubblici ministeri e magistrati invece è oro“.