I mariti separati possono far valere alcuni diritti per potersi sentire tutelati, è bene conoscerli per gestire al meglio la situazione.
Chiudere un matrimonio non è mai semplice, soprattutto se si hanno figli in comune si teme che possano soffrire per questa scelta e sentirsi sballottati tra una casa e l’altra. In realtà, questa può essere la scelta migliore rispetto a vedere due genitori che finiscono per insultarsi a vicenda o per ritrovarsi nella stessa casa con i musi lunghi.
La convinzione comune fa però pensare che i più svantaggiati siano i mariti separati, soprattutto perché nella maggior parte dei casi abitazione e bambini vengono destinati alle mamme. Non solo, è inoltre necessario mettere da parte una cifra ad hoc per il mantenimento, che a volte è tutt’altro che bassa. Ci sono quindi solo svantaggi o ci sono tutele per gli uomini che è importante conoscere.
Mariti separati: casa e figli spettano solo alla moglie?
I mariti separati tendono a pensare di essere davvero poco tutelati dalla legge, soprattutto perchè nella maggior parte dei casi non hanno la possibilità di stare sempre nella stessa casa con i figli, oltre a dover versare un assegno mensile per loro. Questa è una situazione che si verifica nella maggior parte dei casi, ma con alcune eccezioni.
Anche al padre può infatti essere concesso l’affidamento, che può essere condiviso, così da permettere che i figli possano frequentare entrambi i genitori. Il termine non deve però ingannare: non significa che i bambini debbano trascorrere la stessa quantità di tempo con ogni genitore, ma semplicemente che ognuno dei due ha diritto a gestire i figli cercando di trovare un accordo con l’ex.
Nel corso dell’udienza di separazione è compito del giudice individuare quale sia il “genitore collocatario”, ovvero quello con cui i figli convivono, e dove sarà stabilita la residenza. Nella maggior parte dei casi, soprattutto se i bambini sono piccoli, questa facoltà spetta alla moglie, ma tutti i mariti separati hanno comunque la possibilità di visitare l’abitazione dove vivevano da sposati, oltre a portare la prole nella propria.
Anche se più raro, ci sono situazioni in cui la donna decide di andare a vivere altrove, specie se ha un nuovo compagno. In questo caso la casa coniugale viene assegnata al marito.
Il mantenimento spetta solo alla moglie?
Come detto, è compito dei mariti separati dare un assegno di mantenimento all’ex moglie a cui vengono affidati i figli. Ma può verificarsi anche la situazione opposta? Si tratta di una situazione che non accade frequentemente, ma che non può essere esclusa a priori.
Il giudice in occasione dell’udienza in cui viene sancita la separazione dovrà infatti accertare la situazione economica dei coniugi, se dovesse esserci una forte differenza tra i due a favore della donna, il mantenimento spetterà all’uomo. L’accertamento prende in considerazione anche la casa coniugale, che contribuisce ad accrescere il patrimonio della donna se ha modo di vivere qui, per questo è possibile possa esserci una differenza sostanziale tra i due ex.
Questo modo di agire non può che valere anche per l’assegno di mantenimento. Questo spetta all’uomo se è il giocatore collocatario e dovrà essere dato fino a che i figli saranno indipendenti a livello economico, quindi anche oltre la maggiore età. E’ però indispensabile utlizzare quanto ricevuto solo nell’interesse esclusivo dei figli.