La Germania ha intrapreso un nuovo percorso nell’ambito lavorativo, avviando una sperimentazione che potrebbe ridefinire il concetto di equilibrio tra vita professionale e personale
Ormai se ne sente parlare sempre più spesso e dopo Spagna, Islanda, Svezia, Finlandia e Regno Unito anche la Germania si lancia nel progetto della “settimana corta”. Anche in Italia alcune aziende, con singole iniziative, come Intesa Sanpaolo, Lamborghini ed EssilorLuxottica, hanno già adottato modelli di settimana lavorativa ridotta, registrando risposte positive da parte dei dipendenti.
Modificare la settimana lavorativa su 4 giorni, normalmente sono 5, significa ridurre il numero di giorni lavorativi in una settimana, mantenendo comunque la stessa quantità di ore, ma non è escluso che qualche azienda decida anche per una riduzione dell’orario di lavoro, pur mantenendo lo stipendio invariato o con piccole riduzioni.
Il progetto pilota arriva in un momento in cui molte aziende tedesche faticano a trovare abbastanza lavoratori, nella speranza che possa aumentare la produttività e contribuire ad alleviare la carenza di manodopera qualificata. Il progetto, gestito dalla società di consulenza Intraprenör in collaborazione con l’organizzazione no-profit 4 Day Week Global (4DWG), coinvolge 45 aziende selezionate e dovrebbe partire entro Febbraio. Il sistema economico tedesco è da sempre considerato preciso ed efficiente, ma dal novembre 2017, quando ha raggiunto il massimo storico di 105,20 punti, sta affrontando un calo costante della produttività, pur rimanendo superiore a quella delle altre principali economie europee, lo riporta la Deutsche Bundesbank. Nel novembre 2023, ultimo dato disponibile, la produttività è scesa a 95,80 punti dai 96,79 punti del mese precedente. Con questo cambiamento nella gestione del tempo lavorativo le aziende tedesche contano di risolvere il problema della produttività e di questo è convinto, e felice, anche il 71 per cento dei lavoratori del Paese.
I favorevoli sono convinti che lavorare solo quattro giorni a settimana consentirebbe di ottenere una maggiore flessibilità sul lavoro, soddisfacendo sia le esigenze dei dipendenti sia quelle delle aziende, portando a una maggiore produttività e soddisfazione dei lavoratori. I dirigenti sperano infatti che offrendo condizioni di lavoro meno stressanti, potenziali dipendenti si avvicinino alle loro società. Secondo i dati della Camera di Commercio e Industria tedesca DIHK, questi posti vacanti sono costati al Paese 2 punti percentuali di PIL, pari a 90 miliardi di euro. I risultati scientifici più rilevanti su questo argomento sono stati raccolti dall’Università di Cambridge nel febbraio del 2023 e hanno dimostrato che la settimana corta aiuterebbe i dipendenti a sentirsi meno stressati e a diminuire il rischio che vadano in burnout, il principale sintomo della crisi da esaurimento professionale. Gli stessi lavoratori sono ben disposti verso questo cambiamento perchè potrebbero beneficiare di più tempo libero per dedicarsi alla famiglia, agli hobby o a una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata.
I detrattori di questo modello temono invece le ripercussioni dovute a un eventuale aumento del carico di lavoro durante i giorni lavorativi rimanenti, che potrebbero riportare “al punto di partenza” cioè più responsabilità e attività da svolgere in meno tempo, quindi stress. Inoltre, la settimana corta non è adatta per tutte le aziende o settori. Molte produzioni necessitano di orari di lavoro continuativi.
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