A pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Giuseppe Tatarella, l’ex politico Gianfranco Fini lo ha voluto ricordare nel corso di una intervista rilasciata a ‘La Repubblica – Bari’
Il prossimo 8 febbraio saranno ben 25 anni che Giuseppe ‘Pinuccio’ Tatarella ha lasciato questo mondo. Gianfranco Fini, nel corso di una intervista a ‘La Repubblica – Bari‘ lo ha voluto ricordare con estremo affetto. Allo stesso tempo lo ha ringraziato per tutto quello che ha fatto per lui nell’ambito della politica. Nella giornata di domani, mercoledì 7 febbraio, al Senato verrà ricordato. Sarà presente anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Fini ci ha tenuto a precisare che per Tatarella la politica era un progetto e che la propaganda veniva subito dopo. Sulla riforma costituzionale preparata dalla Commissione Bicamerale diede vita non solo ad ‘Alleanza Nazionale’ ma anche alla legittimazione della destra. Una destra che gli deve molto, che non aveva nostalgie del passato e che non si poteva definire neofascista.
Nel ’76 c’era stata la possibilità che potesse seguire De Marzio nella scissione di Democrazia Nazionale. Un progetto dove preferì non aderire. Nel ’77, invece, la conoscenza tra i due quando Fini era segretario nazionale dei giovani missini. Ogni giorno dialogavano su come agire. La differenza con il passato è fin troppo evidente: “Senza offendere nessuno ma oggi si fa molta più propaganda e poca politica. La sua lezione dovrebbe essere riscoperta“.
Veniva definito come il “ministro dell’armonia”, anche se non aveva di certo un carattere facile. L’ex politico spiega che quando aveva un “conflitto” cercava di portarlo sempre a vantaggio della destra. Un personaggio definito “insostituibile”. Proprio lui gli disse che non si sarebbe mai immaginato o aspettato che Berlusconi potesse far saltare il banco. Se fosse ancora in vita è convinto che non darebbe un giudizio negativo su Fratelli d’Italia, nonostante sia una destra del tutto nuova (ad eccezione di La Russa).
Sull’autonomia differenziata e sui ministri e classe dirigente di Fdi, per Fini, Tatarella avrebbe risposto in questo modo: “Avrebbe chiesto massima chiarezza sui Lep. Era orgoglioso del suo Meridione. Accettava le sfide e voleva migliorare il Sud. Fdi? Alcuni li ha conosciuti come Urso e Mantovano. Della Meloni avrebbe detto che ha un progetto e che in Europa sta ottenendo buoni risultati. Anche sul piano Mattei è giusto chiedere spiegazioni visto che si tratta di un progetto“.
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