Quando si parla di misure di sostegno al reddito come l’Assegno di Inclusione è essenziale non commettere errori in fase di richiesta per evitare di ricevere meno del dovuto. Come fare.
Vi sono misure di sostegno al reddito che, come accade con l’Assegno di inclusione, possono rappresentare una vera e propria boccata di ossigeno per tantissime famiglie italiane. In questo caso specifico ci riferiamo ad una misura che oltre a fornire sostegno economico è pensata per l’inclusione sociale e professionale ma che è condizionata, come ricorda il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al possesso di una serie di requisiti a cominciare dalla residenza, cittadinanza e soggiorno.
Passando ai limiti reddituali legati all’Isee, per concludere con la composizione del nucleo familiare. Inoltre per poter ricevere l’Adi, disponibile proprio a partire dal 2024, occorrerà aderire ad un percorso “personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa”. Attenzione dunque a non commettere determinati errori che potrebbero comportare un taglio del contributo.
Assegno di inclusione, gli errori da non fare per non rischiare un taglio degli importi
Oltre ad un limite Isee non superiore a 9.360 euro, è importante rispettare la composizione del nucleo familiare. In esso devono essere presenti almeno una persona con disabilità, un minorenne, un over 60 o una persona in condizione di svantaggio che risulti inserita in un programma di assistenza e cura dei servizi socio sanitari territoriali, e che tale programma risulti essere certificato dalla Pubblica Amministrazione. La misura dunque è disponibile anche per le famiglie composte da soggetti fragili e non fragili, ovvero da soggetti misti. Ed è proprio a tal proposito che è stata fornita una precisa definizione di ‘fragili’ che va a determinare le possibili differenze di importo dell’Adi.
E questo potrebbe aver determinato, per chi ha già ricevuto il sussidio in data 26 gennaio, un importo inferiore rispetto a quanto pensavano di ottenere. Tutto dipende dalla scala di equivalenza nel caso in cui nel nucleo siano presenti soggetti di età compresa tra 18 e 59 anni: ebbene in questi casi i non fragili non vengono considerati a differenza di quanto accadeva con il Reddito di Cittadinanza erogato alla famiglia comprendendo tutti i componenti.
Il calcolo oggi avviene solo in base ai familiari fragili. Infatti il governo Meloni ha differenziato le misure introducendo, parallelamente all’Assegno di inclusione, il Supporto alla Formazione e al Lavoro, misura pensata nello specifico per i componenti di età compresa tra 18 e 59 anni e che non rientrano nella definizione di fragili. Si tratta dei cosiddetti occupabili, i quali dovranno dunque richiedere questo secondo sussidio. Occorre però sottolineare che le due misure sono tra loro cumulabili, pertanto se una famiglia ha ottenuto l’Assegno di Inclusione potrà effettuare domanda del Supporto alla Formazione e al Lavoro per i soggetti che sono stati esclusi dalla prima misura.