Il cancro alla prostata colpisce ogni anno un gran numero di uomini, ma gli scienziati hanno evidenziato una buona abitudine che potrebbe ridurre di molto la possibilità di contrarlo.
L’uomo e i suoi tormenti, anche in medicina, sono spesso associati al cancro della prostata. Basta leggere i dati epidemiologi per rendersi conto di quanto possa essere insidioso: rappresenta la quinta causa di decesso, in seguito a un tumore, per gli uomini in tutto il mondo e nel 2020 sono stati stimati circa 375mila morti a livello globale.
Sono cifre enormi a cui bisogna porre un freno anche grazie a un lavoro incessante da parte dei ricercatori. Uno studio, infatti, ha stabilito che gli uomini hanno la possibilità di ridurre il rischio di contrarre la patologia e senza uno sforzo così grande, anzi implementando una buona abitudine nella propria routine. Ma andiamo con ordine. La ricerca in questione è un lavoro svedese basato sulla raccolta e l’analisi di dati relativi l’attività fisica, l’altezza, il peso e quindi l’indice di massa corporea (BMI) in una coorte di quasi 58mila partecipanti allo studio.
Si trattava essenzialmente di effettuare delle misurazioni della capacità cardiorespiratoria, e quindi della quantità di ossigeno sfruttato dal corpo durante uno sforzo fisico molto intenso. In base agli esiti, gli uomini venivano divisi in gruppi. Il monitoraggio è durato ben sette anni e purtroppo 592 uomini hanno comunque contratto il cancro e 46 di questi sono morti a causa del cancro della prostata. Un dato, però, ha catturato l’attenzione dei ricercatori e potrebbe rappresentare una svolta nella prevenzione della malattia.
Lo sport per prevenire il cancro della prostata: lo studio non lascia dubbi
La certezza più importante che ha restituito la ricerca è che la quantità di jogging, ciclismo o nuoto è strettamente correlata alla possibilità di sviluppare il tumore in futuro. Gli scienziati sono anche riusciti a quantificare l’associazione e hanno stabilito che un aumento dell’attività cardiorespiratoria del 3% era collegato a un rischio più basso del 35% di sviluppare la malattia, ma non di morire.
In pratica, un uomo che riuscisse ad aumentare la propria attività fisica, quella che banalmente viene chiamato cardio nelle palestre, avrebbe un terzo di possibilità in meno di incorrere nel cancro alla prostata. Si tratta di un dato eccezionale, che non abbassa la mortalità, ma potrebbe diminuire in maniera sostanziale il numero dei pazienti e allungare, di conseguenza, l’aspettativa di vita. Uno sforzo si può anche fare, no?