Paura nelle scuole dove la violenza sempre più protagonista, Lavenia: “Serve un approccio olistico”
Dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi, innumerevoli sono i casi di violenza registrati nelle scuole. Da nord a sud, gli insegnanti vengono presi di mira dagli alunni e, perfino, dai genitori degli studenti. Non meno frequenti poi le liti (accese) tra coetanei. Insomma, la situazione sembra essere davvero fuori controllo. Per capire a fondo le ragioni che spingono giovani e adulti a mettere in scena certi atti violenti abbiamo contattato in esclusiva Giuseppe Lavenia, psicologo psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo “Di.Te.”; con l’esperto del settore abbiamo analizzato punto per punto cause e possibili soluzioni.
Casi di violenza in aumento nelle scuole, da cosa dipende questa situazione?
“L’incremento della violenza nelle scuole può essere attribuito a una complessa rete di fattori che interagiscono tra loro. In primis, il contesto sociale e familiare in cui crescono i giovani ha subito trasformazioni significative: l’erosione dei legami comunitari, l’assenza di figure adulte di riferimento stabili e l’incremento di modelli comportamentali aggressivi veicolati dai media possono aver contribuito a creare un ambiente in cui la violenza è vista come un mezzo accettabile per risolvere conflitti o affermare la propria identità. Inoltre, il sistema educativo, sotto pressione per via di risorse spesso limitate e classi sovraffollate, può faticare a fornire un’attenzione individualizzata che aiuti a gestire le esigenze e le problematiche di ogni studente. Questi elementi, combinati con la crescente pressione per le prestazioni e la competizione sociale, possono generare tensioni che si manifestano attraverso atti di violenza“.
La questione è destinata a degenerare?
“Senza un intervento mirato e coordinato, esiste il rischio che la situazione possa degenerare ulteriormente. Tuttavia, è anche vero che abbiamo a disposizione le conoscenze e gli strumenti per contrastare questa tendenza. La chiave sta nell’agire su più fronti: dalla promozione di politiche educative che rafforzino le competenze socio-emotive degli studenti, al sostegno alle famiglie nella gestione dei conflitti e nell’educazione al rispetto reciproco, fino all’implementazione di strategie di mediazione e risoluzione dei conflitti all’interno delle scuole. Un ruolo cruciale è rappresentato anche dalla regolamentazione dei contenuti sui social media, con una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme nel prevenire la diffusione di contenuti violenti“.
E’ possibile intervenire con effetto immediato?
“Per affrontare efficacemente la violenza nelle scuole è necessario un approccio olistico che coinvolga tutti i membri della comunità educativa. Un primo passo fondamentale è la creazione di un ambiente scolastico sicuro e accogliente, dove gli studenti si sentano ascoltati e supportati. L’introduzione di programmi di educazione emotiva e sociale può aiutare i giovani a sviluppare le competenze necessarie per gestire le proprie emozioni e i conflitti in modo costruttivo. La formazione degli insegnanti su tecniche di gestione della classe nonviolente e la promozione del dialogo e della mediazione come strumenti di risoluzione dei conflitti sono altrettanto cruciali. Inoltre, il coinvolgimento dei genitori attraverso iniziative di educazione familiare può rafforzare il messaggio che la violenza non è mai una soluzione accettabile. Infine, è essenziale una collaborazione attiva con le autorità locali e le piattaforme di social media per monitorare e limitare la diffusione di contenuti violenti, promuovendo al contempo campagne di sensibilizzazione sull’uso responsabile di questi strumenti”.
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