Numerose persone si sono radunate per lanciare un messaggio sulla sicurezza stradale dopo i dati preoccupanti sui pedoni uccisi
Aumentano le vittime della strada, i numeri registrati in questo avvio di 2024 sono impressionanti. Per questo motivo stamattina c’è stato un raduno, finalizzato a promuovere la sicurezza stradale.
Appuntamento all’incrocio tra via Foria e via Duomo dove due settimane fa è stata investita Maria Antonietta De Rosa, 72 anni, il secondo pedone ucciso a Napoli nel 2024, il diciassettesimo di una strage iniziata diciotto mesi fa senza contare i feriti gravi come lo studente falciato a corso Garibaldi.
Sicurezza e sostenibilità, il piano
Nella maggior parte degli incidenti che si sono verificati, evidenzia La Repubblica, le vittime si trovavo sulle strisce pedonali e sono state colpite a causa dell’alta velocità dei mezzi. Così Legambiente ha organizzato un attraversamento con striscioni e bici per sensibilizzare al corretto comportamento alla guida e, soprattutto, per chiedere “una città a 30 chilometri orari, più sicura e vivibile”.
Al flash-mob, tappa napoletana di “Città 2023” per la campagna Clean Cities, aderiscono Cicloverdi Fiab Napoli, Napoli Pedala, Napoli Bike Festival, Greenpeace Napoli, Rete No Box e Comitato Ztl Dante. Sicurezza, sostenibilità e salvaguardia di salute e ambiente: tre obiettivi che vanno a braccetto e da raggiungere entro il 2030, con il limite di 30 all’ora, più piste ciclabili, più aree pedonali e più trasporto pubblico in area metropolitana.
La città ha 6 Ztl e 9 aree pedonali. “Attualmente – si legge nel report – la velocità media nelle ore di punta in città è di 27 km/h, addirittura inferiore al limite suggerito di 30”.
“Le misure sulla sicurezza stradale che il Comune sta predisponendo ci soddisfano – spiega Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – ma vorremmo che i risultati fossero più evidenti e più veloci, prima che accadono delle morti. La mobilità sostenibile, ad esempio aumentando le ciclabili e restringendo la carreggiata, porta vantaggi anche per la sicurezza. E poi bisogna investire nel trasporto pubblico, elettrico e capillare: solo così le persone inizieranno a spostarsi diversamente e a non utilizzare l’auto”.