Molti italiani lasciano i soldi nel conto corrente, ma conviene? In realtà è molto pericoloso. Ecco come mai e quali sono le soluzioni.
Negli ultimi anni, con l’aumento generale dei prezzi, molti italiani hanno cominciato a risparmiare e sul conto corrente sono diminuiti i movimenti. Secondo tante famiglie conservare i propri soldi in banca rappresenta una garanzia per il futuro, in un periodo dove regna sempre più l’incertezza. Avere dei risparmi cospicui per tanti significa poter un domani contare su essi qualora si perda ad esempio il lavoro o non si abbia una pensione alta.
Ma conviene veramente lasciare i soldi nel conto? Alcuni esperti dicono che non lo è e questa è la risposta più plausibile. Anzi, è molto rischioso e ci sono dei motivi validi del perché i risparmi non vanno tenuti nel tempo in banca, senza spendere alcun euro. In questo articolo vi spieghiamo perché forse state sbagliando tutto e se ci sono metodi alternativi per poter conservare i vostri sacri risparmi senza perdere soldi in futuro.
Non tenere i soldi nel conto corrente, rischi molto!
Uno dei consigli che si sentono da parenti, amici, famigliari e persone che ci stanno vicino è quello di spendere meno e tenere i soldi nel conto corrente, perché in un futuro potrebbero essere un’ancora di salvataggio. In realtà non è così, ma la spiegazione è più semplice di quanto si pensi. Lo ha spiegato l’avvocato Angelo Greco, tramite il suo profilo su TikTok, in cui spiega che lasciare troppi soldi sul conto può ritorcersi contro.
”I soldi sul conto non sono mai così sicuri di quanto si crede”, ha spiegato l’esperto su TikTok. “Non è solo l’inflazione a rosicare i risparmi – dice il professionista – (ovviamente quei soldi che sembrano oggi molti sul conto, un domani saranno pochissimi ndr), nemici sempre più pericolosi si sono aggiunti nel tempo con il fallimento della banca e con il pignoramento delle agenzie delle entrate. Questo non vuol dire che il tradizionale materasso sia un posto più sicuro, ma in alcuni casi è preferibile diversificare, ovvero frammentare il deposito in più rapporti bancari che potrebbe far vivere il correntista con maggiore serenità”.
Il problema maggiore è legato al fallimento della banca e del mancato intervento dello Stato per prevenire questa possibilità, come accadeva un tempo. “Oggi è l’istituto di credito che deve appianare i debiti attingendo alle sue risorse – spiega Greco – a farne le spese sono innanzitutto gli azionisti, gli investitori, gli obbligazionisti e solo in ultimo i risparmiatori”. La legge prevede, in caso di fallimento, un ordine di rischio e chi perde sono i primi della lista, ovvero gli azionisti, i detentori di altri titoli capitale, i creditori subordinari, quelli chirografari e solo alla fine le persone fisiche e le piccole e medie imprese e titolari di depositi eccedenti i 100.000 euro.
Il consiglio dell’esperto è dunque quello di tenere il conto al di sotto di 100.000 euro.