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Economia

Pensione anticipata, la circolare INPS è una mazzata per gli italiani

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Stefania Guerra

Andare in pensione è sempre più difficile, e di conseguenza anche accedere alla pensione anticipata: la nuova Legge di Bilancio.

Pessime notizie per chi in questi anni avrebbe voluto sfruttare l’Ape Sociale, una misura che permette ad alcuni soggetti di andare in pensione prima.

Sempre più difficile andare in pensione anticipata – Napoli.cityrumors.it

L’Ape Sociale è un anticipo della pensione riservata a determinate categorie di cittadini/contribuenti, a cui possono accedere in alcune circostanze. Le nuove regole, però, annunciate dall’INPS, cambiano di nuovo tutto. Una circolare dell’Inps, la numero 35/24, ha chiarito le nuove modalità e condizioni per poter accedere a questa misura.

Pensione anticipata, sempre meno speranze per chi rientrava nei requisiti, ecco le (amare) novità

Innanzitutto è cambiato il requisito anagrafico richiesto, che non è più di 63 anni ma di 63 anni e 5 mesi. Ormai è chiaro che il sistema pensionistico sta crollando su se stesso e a breve non ci saranno più i soldi per pagare le pensioni. Il Governo cerca allora di tappare le falle, mandando in pensione i contribuenti sempre più tardi. Peccato che è molto probabile che neanche questo servirà a garantire la pensione a tutti.

Si stringono le maglie per chi vuole andare in pensione prima – Napoli.cityrumors.it

L’Ape sociale era una misura che consentiva ad alcuni lavoratori svantaggiati di ottenere un anticipo della propria pensione, e andare prima in quiescenza. I soggetti che possono oggi fare la domanda per l’Ape Sociale sono:

  • disoccupati (a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi, e che abbiano versato almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori che hanno svolto e svolgono lavori usuranti e che abbiano almeno 36 anni di contributi;
  • disabili con almeno il 74% e anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • lavoratori caregivers che assistono un parente disabile e che hanno versato almeno 30 anni di contributi. Per le donne si chiedono 12 mesi in meno di contributi per ogni figlio.

Non solo: se fino all’anno scorso chi accedeva all’Ape Sociale poteva integrare il reddito con lavori autonomi o subordinati, dal 2024 non potrà più svolgere nessuna attività lavorativa, né dipendente né autonoma; anzi, per il lavoro autonomo è concesso un tetto massimo di 5 mila euro annui.

Una misura, dunque, che va a mettere in difficoltà chi cerca di andare in pensione un po’ prima perché ha comprovate difficoltà, come appunto una disabilità personale o in famiglia, o un licenziamento improvviso e involontario.

Anche 5 mesi in più al lavoro, quando si è caregiver o si ha una grave disabilità, possono sembrare un’eternità. In questo senso il Governo, con le continue correzioni, manovre e dietrofront, non aiuta certo i cittadini. Tutto perché, ormai da decenni, il Sistema Pensionistico non è stato evidentemente gestito bene.

Stefania Guerra

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