Voragine inghiotte due auto al Vomero, Sabatini a Napoli Cityrumors.it: “Serve investire nella manutenzione straordinaria degli impianti”
Terrore e sgomento nel quartiere collinare del Vomero per quanto accaduto mercoledì alle prime luci dell’alba. Nella voragine che si è manifestata in via Morghen sono state coinvolte due auto (una parcheggiata ed una in transito); numerose le famiglie evacuate e le strade sono state immediatamente transennate per permettere agli addetti ai lavori di intervenire in maniera tempestiva. Il cedimento del manto ha determinato inoltre una ingente fuoriuscita di acqua dalla condotta sottostante e al momento si indaga sulle cause dell’incidente. Per parlare di quanto è successo nel napoletano, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Napoli Cityrumors.it l’ingegnere Niccoló Sabatini, specializzato in progettazione e costruzione di edifici e infrastrutture.
La situazione è apparsa subito grave, visti i danni e le conseguenze che ci sono state in tutta l’area colpita, è possibile parlare di ‘tragedia sfiorata’?
“Sicuramente è stata una tragedia sfiorata: innanzitutto queste voragini possono arrivare dai 30 cm ai 30 metri di profondità, in questo caso non si è andati oltre qualche metro e pertanto lo sprofondamento dei due veicoli, uno parcheggiato e l’altro in sosta, ha fatto sì che le due persone a bordo abbiano riportato ferite lievi. La voragine si è aperta ad un orario (5 di mattina circa n.d.r.) in cui non c’è molto traffico, altrimenti la situazione avrebbe potuto essere ben diversa. Altra circostanza ‘favorevole’ è che la voragine non ha interessato edifici o altri fabbricati, quindi il danno è stato contenuto. Fortunatamente i militari dell’Esercito sono prontamente intervenuti e hanno messo in salvo i due giovani nell’auto in sosta“.
Dal punto di vista prettamente tecnico, come si spiega una voragine del genere?
“Solitamente voragini di questo tipo sono causate da perdite importanti di acqua e in questo caso sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, visto che ci sono delle indagini in corso, proprio che la causa sia da individuare dalla rottura delle condotte fognarie e di un tubo di carico della rete idrica. Dobbiamo tenere conto che il terreno su cui è edificata la città di Napoli è di tipologia vulcanica, quindi sedimenti poco compatti e fortemente porosi che in presenza abbondante di acqua perdono coesione. Questa perdita graduale di coesione porta alla formazione di cavità sotterranee che a loro volta causano il crollo di tutto ciò che c’è sopra al terreno eroso“.
Sono in corso le indagini del caso e sicuramente nei prossimi giorni verrà fatta chiarezza sull’accaduto: i controlli delle autorità competenti dovrebbero essere ancora più serrati?
“Effettuare controlli è veramente difficile, soprattutto in presenza di una rete fognaria ed idrica così vecchia che spesso risulta anche difficile da tracciare. Nel caso specifico alcuni cittadini che abitavano nella zona limitrofa hanno raccontato di rumori simili a quelli di un ruscello che scorre intorno alle 4 di mattina, tanto che un palazzo vicino è stato invaso da acqua e fango, poi alle 5 c’è stato il collasso della strada. Quindi, anche se ci fossero state segnalazioni a quell’orario, effettuare controlli e prevenire la catastrofe sarebbe stato difficile. Bisogna agire sulla prevenzione e sulla manutenzione, e in molti casi sostituzione, delle reti”.
Tra voragini e cedimenti, in 2 anni si sono registrati sei casi a Napoli: come si può porre rimedio a questa situazione?
“Questo problema riguarda tutta Italia, non solo Napoli. La rete idrica italiana è vecchia e inefficiente: ogni anno più di un terzo dell’acqua (oltre il 36%, in alcune province italiane si arriva ad oltre il 70%) immessa viene dispersa a causa delle perdite e stiamo parlando di poco meno di 1 miliardo di metri cubi di acqua (dati ISTAT): una quantità enorme (pari a 270 volte il bacino del Lago di Garda) che non arriva a destinazione e si disperde nel terreno lungo il tragitto. Oltre il 60% delle tubazioni ha più di 30 anni, il 25% supera i 50 anni: se continuassimo a questi ritmi ci vorrebbero più di due secoli per ammodernarla. Investire nella manutenzione straordinaria degli impianti, oltre ad evitare il grave problema dell’erosione del terreno e delle voragini, ci aiuterebbe a mitigare il grave problema della scarsità delle risorse idriche, che con i cambiamenti climatici sta diventando sempre più urgente“.
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