La situazione lavorativa in Italia spaventa, soprattutto al Sud. Culatina a Napoli Cityrumors.it: “Disinteresse verso le piccole imprese”
E’ allarme in Italia, e soprattutto in Campania, per le attività commerciali che sono costrette a chiudere. L’ultimo caso è quello dell’imprenditore di Barra, Gianni Forte, che ha subìto più raid nel giro di pochi giorni. Per commentare la situazione è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Napoli Cityrumors.it il direttore generale di Assimprenditori Alberto Culatina.
Con Assimprenditori puntate ad essere una guida per gli imprenditori: al giorno d’oggi quanto questo compito è diventato complesso, considerando la situazione lavorativa che c’è in Italia?
“Assimprenditori nasce nel 2018 grazie alla lungimirante visione del nostro Presidente, il dottor Giuseppe Sama’ il quale, dopo anni dedicati a guidare grandi istituti bancari e finanziari, ha deciso di mettere la sua esperienza a disposizione delle piccole imprese italiane, fino a quel momento orfane di un’associazione di riferimento. Successivamente, nel 2021 ho avuto l’onore di essere chiamato dal Presidente a guidare l’Associazione come Direttore Generale e oggi contiamo oltre 4000 imprese iscritte in tutta Italia.
Tengo a sottolineare che Assimprenditori è un’associazione datoriale, apartitica ed indipendente senza scopo di lucro che ha come unico obiettivo quello di aiutare gli imprenditori nel loro percorso di crescita o rilancio all’interno del nostro tessuto economico, oggi più che mai, altamente complesso e competitivo. Il nostro logo e’ un’araba fenice, simbolo di rinascita, di resurrezione. Rinascita ideologica per tutti quegli imprenditori che possono trovarsi spesso in difficoltà e che quotidianamente aiutiamo attraverso la nostra esperienza e la nostra rete. Come anticipavo, oggi le micro e piccole imprese, così come tanti professionisti, si trovano da soli a dover combattere in un mercato complesso e a dover operare in un ambiente politico e sociale notevolmente ostile, in cui le Istituzioni non riescono a ‘tutelare il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni’, com’ è sancito dall’Art. 35 della Costituzione.
Il lavoro di Assimprenditori e’ sicuramente molto complesso ed immerso in un Sistema in cui le Istituzioni danneggiano periodicamente le piccole realtà produttive del nostro Paese. I piccoli commercianti, gli artigiani, le piccolissime imprese, i professionisti, oggi, in Italia non hanno voce e spesso sono osteggiati, dove le giovani startup non hanno accesso al credito e dove non viene garantito loro di operare in un sistema che garantisca quella sicurezza sociale e quella solidità politica che, invece, era garantita in Italia fino alla fine del secolo scorso. Negli ultimi 30 anni la politica nazionale e quella europea, oltre a gettare fumo negli occhi di migliaia di lavoratori con azioni fini e se stesse, evidentemente non strutturali ed esclusivamente pubblicitarie, non ha supportato, se non superficialmente, il compartimento produttivo italiano, composto per il suo 95% da micro imprese.
In questo contesto, cosi degradato e strutturalmente deficitario, anche Assimprenditori, ovviamente, si trova a doversi confrontare, e siamo consapevoli che il nostro operato (spesso in sostituzione alle Istituzioni totalmente assenti), funziona e garantisce ai nostri associati nuove prospettive di lavoro, consulenze e supporto strategico, importanti momenti di incontro, networking e formazione, supporto per l’accesso al credito ed una rappresentanza sindacale ed istituzionale indipendente”.
Soprattutto al sud la situazione è delicata e spesso gli imprenditori sono costretti a chiudere le attività, seppur redditizie (l’ultimo caso è quello di Gianni Forte, che ha abbassato la saracinesca nel suo centro scommesse dopo aver subìto più di un raid nel giro di pochi giorni). Come si può porre rimedio a questa situazione?
“Sono molto felice che mi abbia posto questa domanda. Innanzitutto, vorrei esprimere, a nome di Assimprenditori, tutta la nostra vicinanza al signor Forte, alla sua famiglia e a tutti gli imprenditori che devono confrontarsi quotidianamente con la criminalità, non solo rischiando di distruggere il lavoro di un’intera vita ma, soprattutto, mettendola realmente a repentaglio. Assimprenditori ha ultimamente istituito una sua sede operativa a Napoli e oggi, grazie a questa estensione, siamo a disposizione di tutti gli imprenditori che hanno bisogno del nostro aiuto nel sud Italia. Purtroppo, quando si parla di criminalità, non posso non constatare che le Istituzioni sono il vero problema della questione. Da oltre 70 anni. Troppo assenti e lontane dal tessuto sociale, economico e lavorativo del Paese, esse non permettono alle imprese di poter operare in un sistema sano, trasparente e e sicuro. Il problema ‘sicurezza’ non ci è nuovo, ma se fino ad alcuni anni fa riguardava prevalentemente le aree nel Mezzogiorno d’Italia, oggi, invece, questo è un problema sentito e allarmante che riscontriamo in tutta Italia.
E’ sufficiente, difatti, osservare l’impennata di furti e criminalità che colpisce le grandi città del nord Italia, tra cui Milano e Torino in primis, a danno di migliaia di cittadini, lavoratori ed imprese. Un ulteriore problema, evidenziato dal nostro Osservatorio e per il quale riceviamo decine di richieste di supporto ogni giorno, è l’impatto che le nuove direttive e i regolamenti europei hanno sul mondo del lavoro che, differentemente dagli altri Paesi europei, è ricco di piccole storie e di realtà locali artigianali e commerciali le quali non hanno alcun vantaggio a ‘burocratizzare’ il loro modello produttivo a discapito della qualità e del costo del prodotto finale. Chiaramente, tutto ciò, va a vantaggio della grandi multinazionali che vedono in queste ‘manovre’ un interessante mezzo per consolidarsi nelle loro posizioni di mercato globale. Problema di complessa risoluzione, senza un aiuto delle Istituzioni, è la mancata digitalizzazione delle micro imprese e dei loro processi operativo-decisionali, soprattutto a causa degli elevati costi di ammodernamento che pongono, quindi, le piccole realtà in condizione di non poter beneficiare della rivoluzione digitale in atto, evidentemente a favore delle grandi imprese, messe, così, nelle migliori condizioni di assorbire enormi fette di mercato a discapito delle più piccole. Altro problema (e non solo al sud), è la totale mancanza o inadeguatezza in Italia di moderne infrastrutture nel settore dei trasporti e della logistica, con un evidente disastro nel centro-sud Italia. Anni di abbandono e di mancanza di investimenti nell’ammodernamento di questi settori, ci pongono come fanalino di coda in Europa e questo a scapito della produttività del Paese. Per non parlare della totale assenza da parte del sistema bancario e finanziario nei confronti dei piccoli imprenditori a supporto dei loro investimenti strutturali, indispensabili per una crescita sana e sostenibile di un’azienda. La posizione del sistema finanziario e bancario è totalmente ingiustificabile, proprio in relazione alla difficilissima condizione che oggi le piccole imprese italiane scontano nel totale disinteresse delle Istituzioni, sempre a vantaggio delle grandi imprese e delle multinazionali. La pressione fiscale sulle micro e piccole imprese italiane però risulta essere, ancora una volta, il vero problema strutturale“.