Giro d’affari da 2,6 miliardi. 8 persone arrestate, sequestrati 25 milioni di euro, immobili, uno yacht e orologi
Si chiama «Freedom», la complessa indagine tecnologica, condotta dai militari della Guardia di Finanza di Napoli, che ha portato ad azzerare un giro di riciclaggio internazionale.
Il volume di affari dell’organizzazione con base nei comuni di Portici ed Ercolano, ma con appoggi strategici in Lituania, è stimato in 2,6 miliardi di euro.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito, questa mattina, un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, intestazione fittizia di beni, bancarotta per distrazione, omessa dichiarazione dei redditi, nonché detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e altri mezzi atti a intercettare o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche.
Una parallela misura cautelare si è svolta dal Comando Provinciale di Lecce nell’ambito di una squadra investigativa comune coordinata da Eurojust con le Autorità Giudiziarie della Lettonia e della Lituania.
I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa questa mattina, la prima da quando si è insediato il procuratore Gratteri e a cui ha assicurato seguiranno altre perché la comunicazione, ha sottolineato, è fondamentale per informare i cittadini che hanno diritti di sapere per fare delle scelte di campo, deve scegliere se fidarsi o meno, se usurai, estorti, imprenditori non sanno cosa noi siamo capaci di fare o della nostra affidabilità non sanno se gli conviene denunciare”.
“Informare da oggi nei limiti della riforma Cartabia che ha già reso molto difficile la comunicazione e mi dispiace constatare che all’epoca neppure i vertici della stampa abbiano preso posizione, non facendo sentire la loro voce, salvo poi piangere lacrime di coccodrillo”.
Gratteri ha inoltre elogiato il lavoro dei magistrati e degli investigatori della finanza: “L’organizzazione agiva come un servizio segreto, con una tecnologia a difesa di fabbricazione israeliana di cui non dispone neppure una polizia media”.
Un’indagine sofisticata, faccio i complimenti alla Guardia di Finanza che ha impiegato anni in questo lavori e ai miei colleghi della Procura di Napoli, non pensavo ci fosse un livello tale di bravura quì, in questo determinato settore, reati economici, reati informatici”.
“Riduttivo ormai oggi pensare ai paradisi fiscali, oggi occorre pensare ai paradisi normativi”.
Un’operazione svolta anche grazie al sequestro di centinaia di telefonini e schede telefoniche ma che se oggi fosse entrato in vigore il disegno di legge che fa passare nel potere del giudice invece che del PM la possibilità di sequestrare i telefonini, non avremmo potuto portare a compimento “.
“Una riforma inutile che rallenta le indagini – ha dichiarato Gratteri – e che nulla c’entra con il principio di garanzia, che ostacola soltanto il processo penale”.
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