Se hai difficoltà a pagare l’affitto di casa c’è una soluzione in cui pensa tutto lo Stato: ecco come richiederla.
La spesa dell’affitto è un serio problema per molti italiani. Il costo della vita è sensibilmente aumentato ma gli italiani non hanno strumenti per fronteggiarlo degnamente, a seguito di stipendi bassi e pensioni sempre uguali.
Le difficoltà economiche dei cittadini italiani sono note e per questo motivo è adeguato segnalare delle misure che permettano di alleggerire la pressione generale. In questo caso c’è da evidenziare una misura che consente di far affidamento sullo Stato in caso si avesse difficoltà a pagare l’affitto.
L’inquilino che non riesce a sostenere più l’affitto dell’abitazione può fare ricorso ad una misura confermata anche per il 2024. Il contributo “affitto” consente alle persone che vivono in condizioni difficili di accedere ad una cifra che può arrivare fino a 12.000 euro.
Bonus affitti: come richiedere il contributo “affitto”
Il Decreto Ministeriale 30 marzo 2016 prevede il Fondo morosità incolpevole. La misura aiuta i morosi incolpevoli che si trovano a non poter pagare le mensilità dell’affitto scaduto. La morosità incolpevole sopraggiunge nel momento in cui è impossibile pagare il canone di locazione della casa a causa della perdita della capacità reddituale della famiglia o della sua consistente riduzione.
Il Fondo si rivolge agli inquilini raggiunti da una procedura di sfratto per non aver pagato l’affitto per motivi non imputabili alla loro volontà. Il sostegno può arrivare fino a 12.000 euro ma bisogna rispettare determinati requisiti, oltre alla morosità incolpevole:
- Isee non oltre i 26.000 euro;
- Destinatario di atto di intimazione di sfratto per morosità con citazione per la convalida;
- Titolare di contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo registrato regolarmente;
- Cittadinanza italiana, di un Paese dell’Unione Europea. Nei casi di cittadini non appartenenti all’UE, si richiede il possesso di un regolare titolo di soggiorno.
Dopo aver presentato la domanda, la priorità sarà data alle famiglie con un componente: con oltre 75 anni; minore; con invalidità accertata pari almeno al 74%; in carico ai servizi sociali o alle ASL competente per l’attuazione di un progetto assistenziale individuale.
Si specifica che non esiste un bando nazionale, ma la domanda deve essere fatta in base alle regole previste dal Comune di residenza, utilizzando il modello presente nel bando. Nei comuni ad alta tensione abitativa si consiglia di contattare l’URP degli uffici competenti così da richiedere tutte le informazioni utili per effettuare la domanda.