Da quando inizia ad essere calcolato il bonus mamma esattamente? Arriva la risposta che fuga ogni dubbio per i beneficiari.
Non è un mistero per nessuno che il nostro Paese abbia un problema grosso con la natalità. Ogni anno il record negativo delle nascite viene aggiornato, naturalmente al ribasso. Le culle sono sempre più vuote e se gli inverni meteorologici sono sempre più miti, in compenso l’inverno demografico si fa sempre più rigido.
Un’altra realtà ben poco misteriosa e concretissima è il fatto che in Italia avere un figlio costa molto. Stando ai dati forniti dalla Banca d’Italia in media ogni famiglia italiana spende 645 euro al mese per un figlio, dalla nascita fino ai 18 anni. Una cifra che corrisponde a un quarto del reddito medio di un nucleo familiare. All’incirca quanto una rata del mutuo.
Il Governo Meloni ha da tempo indicato nel sostegno alle famiglie – sempre più in difficoltà a causa dei rincari degli ultimi anni – uno dei pilastri della propria politica. Ragion per cui l’esecutivo di centrodestra ha deciso di mettere in campo una misura come il bonus mamma lavoratrice. Ecco in cosa consiste e quando arriverà in busta paga.
Il bonus mamme è stato introdotto con l’ultima manovra di bilancio. Spetta alle lavoratrici che nel periodo tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026 sono madri di tre o più figli, a patto che il più piccolo sia minorenne. Fino al 31 dicembre 2024 il bonus sarà riconosciuto anche alle madri lavoratrici con due figli, a condizione che il più piccolo abbia meno di 10 anni.
Come spiegato da una circolare Inps (n. 27 del 31 gennaio 2024) il bonus mamme consiste nello sgravio fiscale dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici assunte a tempo indeterminato, nel limite di 3.000 euro annui riparametrati su base mensile. La misura si tradurrà in una paga più sostanziosa per le madri che lavorano, sia nel pubblico che nel privato.
Le modalità di richiesta sono le stesse: la lavoratrice con figli dovrà comunicare all’azienda il desiderio di avvalersi dell’esonero, oppure attendere che l’Inps metta a disposizione l’apposita applicazione. Nel privato basterà presentare un’autocertificazione – contenente i codici fiscali dei figli – per attestare il proprio diritto al bonus mamme.
Il bonus risulterà direttamente in busta paga, comprensivo degli arretrati calcolati a partire da gennaio 2024, che è il mese da cui si inizia il calcolo. Ancora non è chiaro se le lavoratrici pubbliche interessate debbano rivolgersi alla competente amministrazione oppure a Noipa, che non ha ancora indicato la data di erogazione dalla quale anche le lavoratrici pubbliche cominceranno a beneficiare del bonus.
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