Dopo il pesante ko rimediato in casa del Cagliari, il tecnico della Salernitana Fabio Liverani spiega quale sarà il suo futuro
Si parlava di ‘ultima spiaggia’ prima della trasferta di Cagliari e dopo il ko rimediato in terra sarda, per la Salernitana la permanenza in Serie A resta un miraggio. Ieri i padroni di casa si sono imposti 4-2 sui granata e anche il più ottimista dei tifosi ormai vede la B ad un passo. Al triplice fischio è arrivato anche il mea culpa del direttore generale Walter Sabatini: “Chiedo scusa al club e al presidente che mi ha sempre assecondato ma soprattutto chiedo scusa ai tifosi tutti”, ha scritto su Instagram.
Dal canto suo Liverani non boccia totalmente la prova dei suoi, nonostante il risultato: “La squadra gioca, ha fatto la sua partita senza perdere palla, chi non l’ha vista pensa a una debacle ma siamo rimasti in partita. Queste sono gare che si vincono per episodi e abbiamo concesso troppo per essere uno scontro diretto, questo è il rammarico maggiore”, ha spiegato a Dazn.
Liverani: “Dimissioni? Ci penserei solo se la squadra non mi seguisse”
Nonostante il ko e la situazione di classifica sempre più delicata, il tecnico della Salernitana non ha intenzione di fare un passo indietro. Liverani infatti è stato chiaro sulla possibilità di dare le dimissioni: “Io penserei alle dimissioni se la squadra non giocasse e non mi seguisse, non credo sia una domanda pertinente per me. La società farà le sue valutazioni, ma non credo che questo sia il problema della Salernitana”.
Infine il tecnico ha anche parlato della contestazione dei tifosi; i sostenitori granata si sono voltati di spalle quando i calciatori sono andati a scusarsi a fine gara e Liverani comprende il rammarico del popolo granata: “Io credo che dobbiamo accettare le proteste civili e pacifiche come quelle dei nostri tifosi, dobbiamo lavorare per finire la stagione con dignità. Il tifoso fa i chilometri e tifa per novanta minuti, dobbiamo prenderci tutto come gli applausi quando si vince. Ai loro posso dire solo che si lavora con professionalità e dignità, le percentuali di permanenza in A non le so. Bisogna essere realisti, lavorare in silenzio, subire quello che c’è da subire, giocando le partite come abbiamo fatto oggi cercando di non fare regali”.