Dopo l’annata da dimenticare dei granata, il patron Danilo Iervolino sta facendo valutazioni sul suo futuro: la situazione
Tre cambi di allenatore, 14 punti in classifica in 28 gare e permanenza in A ormai quasi sfumata completamente. Questo è il quadro con cui stanno facendo i conti i tifosi della Salernitana. Dia fuori rosa è solo l’ultimo dettaglio che ha evidenziato la crisi dei granata.
Il primo a scusarsi per quanto sta accadendo è stato il direttore generale Walter Sabatini, attraverso il suo profilo Instagram, e in queste ore a parlare del futuro della società è stato il presidente della Salernitana Danilo Iervolino, al Corriere dello Sport.
“Non posso essere il sacerdote di una setta che dopo ogni sconfitta deve sacrificare qualcuno. Non mi si può chiedere questo, non sarei Danilo Iervolino”, ha esordito il patron.
Iervolino: ”
“I tifosi mi chiamano Schettino, dicono che ho abbandonato la squadra. Solo perché non parlo da mesi affinché i manager che pago possano assumersi le loro responsabilità in autonomia? È davvero questo il prezzo da pagare per non essere mai stato un tiranno?”, le parole di Iervolino.
“La squadra ha mollato troppe volte. Sono delusissimo e ora mi aspetto che prevalga l’orgoglio. Forse ho sbagliato a dare troppa fiducia – ha aggiunto -. Per quanto riguarda gli allenatori, Sousa mi aveva promesso un campionato importante, poi ha cominciato a sparare a zero sulla società. Forse voleva andarsene. Le scelte estive sono tutte di De Sanctis”.
A proposito della contestazione dei tifosi ha invece dichirato: “Ho letto gli striscioni contro di me. Umanamente sono affranto. Ma dire che non andrò più allo stadio è un’illazione stupida e disgustosa. Contro il Lecce sarò al mio posto. Se sto pensando di cedere il club? Quando si scrive ‘Iervolino vattene’ ci si dimentica che non sono un politico al quale si può sottrarre la fiducia. Sono il proprietario. La Salernitana è dei tifosi con il cuore, certamente, ma si tratta di una società privata. Se qualcosa si fosse incrinato e mancasse la fiducia che penso di meritare, è chiaro che trarrei delle conclusioni“.
Il patron conclude poi spiegando se farà o meno un passo indietro: “Tutte le aziende sono sempre trasferibili. Se il calore della piazza è ancora genuino, avrò linfa vitale. Ma non farò un progetto senza l’amore della tifoseria”.