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Cronaca

Campania, preoccupano i dati che riguardano i giovani: il 40% non studia né lavora

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Arianna Di Pasquale

Ben il 40 per cento dei giovani campani, dai 18 ai 29 anni, (4 su 10), trascorre le sue giornate senza lavorare né studiare

I giovani faticano a scegliere la loro strada, a mettersi nel mondo del lavoro e anche a continuare gli studi. Specialmente in Campania i dati che riguardano i ragazzi e le ragazze, cono preoccupanti.

Campania, giovani inoperosi – Napoli Cityrumors.it (PixaBay)

 

Ben il 40 per cento dei giovani campani dai 18 ai 29 anni, 4 su 10, trascorre le sue giornate così, del tutto inoperoso. Un triste primato condiviso con Sicilia e Calabria, riporta La Repubblica. È uno dei dati più preoccupanti emersi dal rapporto Svimez su “Dove vanno le regioni italiane”. La Svimez, è un’associazione privata fondata nel 1946 per elaborare studi economici sullo sviluppo del Mezzogiorno, che ha quindi presentato a Roma il Report “Dove vanno le regioni italiane (previsioni 2023-2025)”, focalizzando l’analisi sul PIL atteso nel prossimo triennio nelle diverse realtà territoriali.

Il 2023 è stato un anno di decelerazione per l’economia italiana

All’evento, cui hanno partecipato Luca Bianchi direttore generale della SVIMEZ, Fedele De Novellis, partner Ref, Stefano Prezioso vicedirettore SVIMEZ, Alessandro Fontana direttore del Centro Studi di Confindustria, è emerso che “il 2023 è stato per l’economia italiana un anno di decelerazione, con una variazione del Pil modesta, prevista intorno allo 0,7 per cento che si declina, a scala territoriale, in uno 0,9 per cento nelle regioni settentrionali, dello 0,6 per cento nelle regioni del Centro, e allo 0,4 per cento nel Mezzogiorno”.

Il 40% dei giovani non studia e non lavora – Napoli Cityrumors.it (PixaBay)

 

Tra le regioni meridionali, la Campania presenta un più forte il calo del Pil pro capite (meno 6,9 per cento) “nonostante una buona performance della produttività nelle ore di lavoro (più 5,6 per cento) analoga a quella delle migliori regioni del Nord”. Un risultato dovuto alla flessione considerevole del rapporto tra gli occupati interni, le posizioni lavorative, le ore lavorate e le unità di lavoro (meno 11,5 per cento), il dato peggiore tra tutte le regioni italiane.

Insomma, il lavoro resta il nodo più problematico sul nostro territorio. Il turismo continua a far registrare risultati positivi: la parte del leone va alle regioni del Mezzogiorno, tra cui la Campania, con un aumento della spesa dei turisti esteri del 33 per cento. Anche l’occupazione nei servizi ha fatto registrare incrementi, raggiungendo livelli superiori al periodo pre-pandemia.

Arianna Di Pasquale

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