Il Governo è pronto a promuovere un nuovo bonus anziani da 850 euro cumulabili. E’ possibile sommarli all’assegno: ecco come funziona.
Una delle priorità dell’attuale esecutivo è sicuramente il benessere della fascia di popolazione più anziana. Nell’ultima Legge di Bilancio è possibile vedere come siano previste diverse novità, che hanno come obiettivo quello di aumentare il potere d’acquisto dei pensionati. Infatti proprio quest’anno la platea interessata ha ricevuto il tanto atteso aumento di pensione.
Infatti l’importo pensionistico è cresciuto del 5,4%, fino a cinque volte al trattamento minimo, in linea con il dato dell’inflazione. Adesso però potrebbe arrivare anche un bonus anziani dal valore di 850 euro, che tra l’altro è anche cumulabile. Stiamo parlando di un assegno di assistenza che potrà essere sommato all’indennità di accompagnamento che ad oggi ammonta a 531,76 euro.
Il totale in tal senso è di circa 1.380 euro, corrispondente alla prestazione universale. Stiamo parlando della novità più vistosa prevista dall’ultimo decreto attuativo. Adesso è possibile apprendere tutte le novità in arrivo per i cittadini italiani interessati.
Bonus Anziani, ha il valore di 850 euro ed è cumulabile: la novità dell’ultimo decreto attuativo
Il recente decreto attuativo in materia di assistenza agli anziani in Italia ha introdotto una novità significativa: la “prestazione universale“. Stiamo parlando di un assegno mensile di assistenza che aumenta e anche parecchio le entrate delle persone più anziane.
Questa iniziativa, approvata dal Consiglio dei Ministri è parte integrante della legge-quadro n. 33 del 23 marzo 2023, prescritta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per affrontare le gravi carenze nel sistema di assistenza agli anziani in Italia. I requisiti per accedere a questa prestazione al momento sono ristretti e precisi.
Potranno ottenerlo solamente 25mila persone già titolari dell’indennità di accompagnamento, che devono essere non autosufficienti, avere almeno 80 anni e avere un bisogno assistenziale considerato “gravissimo”. È inoltre richiesto un Isee non superiore a 6.000 euro. La sperimentazione di questa misura inizierà nel gennaio 2025 e terminerà nel dicembre 2026.
Il budget stanziato è di 500 milioni di euro, recuperato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dopo un confronto con il Mef. Durante questi due anni, se le risorse disponibili dovessero scarseggiare, potrebbe essere necessario rivedere ulteriormente i requisiti di accesso alla prestazione. Inoltre se non viene utilizzato questo susssidio potrebbe essere revocato.
Inoltre, c’è stata una polemica riguardo alla soglia minima di 70 anni per accedere a tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie previste nei Punti unici di accesso (Pua), istituiti nelle case di comunità previste dal Pnrr. Questa scelta del Mef è stata oggetto di discussione, poiché potrebbe lasciare una categoria di persone, tra i 65 e i 69 anni senza accesso ai servizi essenziali di assistenza.