Un nuovo bonus in busta paga per milioni di lavoratori? Ecco quando potrebbe arrivare e a quanto ammonterebbe.
Si è parlato molto di bonus in busta paga per i lavoratori e la recente rimodulazione delle aliquote Irpef sommata al taglio del cuneo fiscale ne sono stati un esempio concreto.
Apportando agli stipendi dei dipendenti un surplus che, almeno in parte, ha consentito (insieme alla rivalutazione su base Istat) di far fronte alla crescente inflazione. Inflazione che nel 2022-2023 ha attanagliato l’Italia e che resta anche nel 2024 su livelli piuttosto elevati. Un ulteriore bonus potrebbe però arrivare ben presto per moltissimi lavoratori. Vediamo di che cosa si tratta.
Nuovo bonus in busta paga, altri soldi in arrivo? Cosa succede
Anzitutto ricordiamo che per il 2024 le aliquote Irpef sono tre con una ritenuta del 23% per redditi fino a 28mila euro, del 35% nella fascia compresa tra 28 e 50mila e del 43% al di sopra dei 50mila euro. Questo ha consentito, per i redditi compresi tra 15 e 28mila euro che appartenevano alla quarta fascia eliminata, di beneficiare di un bonus di 260 euro (valore annuo massimo) sullo stipendio.
Ebbene la novità in questione riguarda proprio l’Irpef e quello che potrebbe accadere nel 2025: infatti l’imposta sul reddito delle persone fisiche potrebbe cambiare ancora andando ad operare un alleggerimento ulteriore allo scopo di coinvolgere anche parte dei redditi medio-alti.
Anche se al momento pensare di arrivare a due soli scaglioni è complicato e difficilmente attuabile con le risorse a disposizione, si potrebbe però intervenire con un taglio dell’imposta sul reddito per gli stipendi annui di circa 55mila euro. Niente è stato al momento confermato ma vi sono varie ipotesi sul tavolo ed ognuna potrebbe consentire di ottenere un surplus differente.
Anzitutto bisognerà trovare le risorse per riconfermare l’aliquota del 23% che al momento vale solo per il 2024. Per le ipotesi allo studio vi sono quella di alzare il secondo scaglione del 35% per redditi fino a 55mila euro con un extra fino a 400 euro annui.
Oppure di ridurre l’aliquota del secondo scaglione portandola dal 35 al 34% e fino a 55mila euro. Con un guadagno fino a 670 euro l’anno. Infine la terza ipotesi: ridurre l’aliquota del secondo scaglione al 33%. Si tratta della possibilità più costosa ma che porterebbe a risparmi, per chi guadagna 55mila euro, fino a 940 euro che diventano 1200 considerando anche i 260 risparmiati per la fascia di reddito tra 15 e 28mila euro. Quale strada seguirà l’esecutivo Meloni?