Il report dell’Inps sull’occupazione segnala la riduzione del precariato: il 64% dei nuovi posti nel periodo 2019-23 sono a tempo indeterminato
Notizie importanti arrivano sul fronte lavorativo del sud Italia. Particolari che si potevano forse intuire considerata la crescita, modesta ma reale, dell’economia meridionale tra il 2022 e il 2023, certificata ormai a getto continuo da Rapporti, studi e focus di tutti gli osservatori e indicatori di settore.
Tuttavia, evidenzia Il Mattino, i dati emersi ieri dall’Osservatorio Inps sul precariato confermano che pure in una dimensione di crescita economica ancora non esaltante nel Mezzogiorno, la nascita di nuovi posti di lavoro full time non è stata affatto trascurabile. Perché a fine 2023 i contratti a tempo indeterminato sono risultati molto maggiori di quelli a tempo determinato; e perché la macroarea sul piano del dinamismo occupazionale è ormai stabilmente davanti al Centro che, dal canto suo, si conferma la più debole del Paese come la Svimez per prima aveva spiegato già diversi anni fa.
I dati nello specifico
Delle 523mila posizioni di lavoro complessive del settore privato, che costituiscono il cosiddetto”saldo annualizzato”, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e le cessazioni del periodo dicembre 2022-dicembre 2023, circa 396mila sono a tempo pieno e di queste 108.034 si riferiscono al Mezzogiorno.
Negli stessi dodici mesi il saldo dei contratti a tempo determinato (e non solo) meridionali è anch’esso attivo ma di “sole” 47.895 unità, comunque ancora superiori a quelle delle altre aree del Paese. Il totale dei nuovi posti di lavoro 2023 è di 155.929 (contro i 121.855 del Centro e i 245.380 del Nord).