Quanto accaduto a San Siro sta facendo discutere e si attende la decisione Giudice sportivo, Nicoletti a Napoli Cityrumors.it: “Gesto grave”
Il big match tra Inter e Napoli è finito in parità ma a far discutere non è stato il risultato, bensì quanto accaduto tra il difensore nerazzurro Francesco Acerbi e quello azzurro Juan Jesus. Il brasiliano ha accusato il collega di aver utilizzato espressioni razziste contro di lui e al momento la Procura Federale sta indagando per fare chiarezza sulla questione.
Per parlare della vicenda è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Napoli Cityrumors.it il mental coach Stefano Nicoletti, fondatore di PlayTheNow, famoso brand internazionale del mental coaching: “Partiamo dal motivo che porta i calciatori ad offendersi in campo: vengono fuori le offese per distrarre l’avversario e per fargli saltare i nervi. E l’offesa razzista tocca delle corde molto sensibili da questo punto di vista e quindi viene usata ancor di più per raggiungere questi due obiettivi“.
Nicoletti: “Complimenti a Juan Jesus, lucidità non scontata”
“Juan Jesus è stato molto lucido nel reagire a queste presunte offese con una denuncia, già sul momento. E la lucidità non è affatto scontata – spiega l’esperto – perché questo genere di offese scatena inevitabilmente rabbia e può portare quindi ad una reazione più scomposta e di livello più intenso dal punto di vista fisico, ad esempio“.
“Juan Jesus – aggiunge Nicoletti – è stato molto lucido anche perché, in generale, la vittima di un brutto gesto, come questo, corre sempre dei rischi. Tra i rischi ci può essere quello di non essere creduto, quello di passare per colui che ha voluto esagerare una situazione ‘normale’ oppure quello di voler fare il protagonista, e quindi di voler accentare l’attenzione su di se. Da questo punto di vista la vittima viene messa sullo stesso piano del “carnefice” e così finisce sempre al centro dell’attenzione mediatica, dei tifosi, degli organi giudicanti e così via”.
“Finire al centro dell’attenzione come sta succedendo a Juan Jesus in questo periodo – spiega ancora il mental coach – richiede una buona gestione dello stress e richiede una buona capacità di gestione dell’attenzione, perché essere sotto gli occhi di tutti può diventare un’enorme distrazione rispetto al rientro in campo e alla prossima prestazione sportiva. Complimenti a lui per la denuncia, anche perché sicuramente sapeva bene che la faccenda non sarebbe finita lì ma che questo suo gesto coraggioso avrebbe avuto degli strascichi che lo avrebbero potuto mettere ancora in difficoltà”.
“Infine, per quanto riguarda Acerbi – conclude Nicoletti – il suo gesto, qualora dovesse essere confermato, denoterebbe due tipi immaturità diversi: la prima è l’immaturità nella gestione della rabbia, quindi nella gestione delle proprie energie che invece di andare sul campo vanno in un’altra direzione, ossia a colpire in qualche modo un avversario; il secondo tipo di immaturità riguarda la gestione dell’attenzione; quando mi concentro sul distrarre gli avversari ovviamente non ho più la testa su quello che faccio io. E questo fa davvero la differenza“.