La stagione dei granata è da dimenticare e la B sembra essere già alle porte, Nicoletti a Napoli Cityrumors.it: “Servono automatismi”
Dopo la pausa per le nazionali, il campionato è pronto a ricominciare. La Serie A ripartirà domani con il big match delle 12.30 tra Napoli e Atalanta e la giornata si concluderà lunedì quando, tra le altre, ci sarà anche la partita Salernitana-Sassuolo. La stagione dei granata è sicuramente da dimenticare, quattro sono i tecnici che si sono alternati in panchina (Sousa, Inzaghi, Liverani e ora Colantuono) e 14 i punti totalizzati in 29 gare.
Quando la B sembra ormai ad un passo c’è comunque una stagione da terminare al meglio, visto che da qui alla fine del campionato non si può gettare la spugna. Saranno sue mesi difficili per i granata e a spiegarlo in esclusiva ai microfoni di Napoli Cityrumors.it è stato il mental coach Stefano Nicoletti; il fondatore di PlayTheNow, brand internazionale del mental coaching, collabora quotidianamente con aziende, professionisti, studenti e atleti di ogni livello per supportarli nel raggiungimento di risultati e benessere.
“Per la Salernitana è sicuramente un anno molto difficile e a dimostrarlo sono anche i quattro allenatori che si sono alternati dall’inizio del campionato fino ad ora. E’ il caso di fare una valutazione delle responsabilità di un’annata così complessa, in cui non si trovano equilibrio e soluzioni – esordisce Nicoletti –. La prima riflessione riguarda la società che coordina tutti gli aspetti sportivi e che cerca di creare le condizioni giuste per far esprimere la squadra al meglio. Detto questo, la situazione al momento è compromessa; con i cambi in panchina la squadra ha perso dei riferimenti, seppur poco stabili magari. Ovviamente, avvicinandosi la fine del campionato ed essendo così lontano il risultato, si rischiano fenomeni di demotivazione e di scollamento del gruppo“.
“Per tenere la squadra con la testa sul campo, per rincorrere le ultime possibilità di salvezza e per onorare la maglia e lo sport – spiega l’esperto -, è necessario mettere l’attenzione sul gioco e non sul risultato. Se si pensa solo al risultato, quando questo si allontana, si molla e mollando ci rimettono sia squadra che singoli, perché ognuno è impegnato a valorizzarsi anche in ottica mercato“.
“Un buon allenatore, supportato dalla società, in questo momento quello che può fare è ricordare a tutti che si va in campo per giocare e mettere in piedi una prestazione di alto livello, il più possibile vicina alle proprie capacità – prosegue Nicoletti – così si crea un automatismo che rimane in qualsiasi tipo di situazione. Il calciatore in questo modo capisce che se si abitua a stare ad alti livelli riesce a rimanerci più spesso. Se invece, anche a seconda dei risultati, ci si abitua ad alternare prestazioni in cui si da il massimo e altre in cui si fa il contrario, l’automatismo non si crea e ci rimettono sia il singolo che la squadra e diventa, in generale, più difficile raggiungere qualsiasi obiettivo”.
“Altro tema da affrontare in questa situazione – conclude il mental coach – è quello degli allenatori specializzati nella lotta salvezza. Mi viene in mente Davide Nicola, che a Salerno ha dato soddisfazioni alla società e alla piazza; qualcuno infatti lo rimpiange. I tecnici specializzati come lui spesso non riescono a far crescere la squadra oltre quell’obiettivo. Questo, tornando al discorso precedente, è un fattore determinato da un’eccessiva attenzione al risultato finale e da un’attenzione invece inferiore alla qualità della prestazione in campo, quindi alla qualità dei singoli gesti da portare avanti e da rendere naturali ed automatici in qualsiasi situazione“.
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