Pozzuoli, paziente picchia oss mentre il marito devasta il pronto soccorso

Ennesima aggressione ai danni del personale sanitario, questa notte all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli

Ancora una volta si è verificata un’aggressione ai danni del personale sanitario. Stavolta è accaduto all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, nella provincia di Napoli: una paziente ha usato violenza contro una oss, mentre il marito ha devastato il pronto soccorso.

Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli
Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli – Napoli Cityrumors.it (Ansa)

 

A rivelare quanto accaduto è l’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, che da anni denuncia le aggressioni al personale sanitario a Napoli e provincia e che in questa occasione riporta anche un dato alquanto sconcertante: sono 30 le aggressioni totali tra Napoli 1 e Napoli 2 da inizio 2024.

Oss subisce trauma cranico: due giorni di prognosi

“Sono le 2:00 quando al pronto soccorso del Santa Maria delle grazie di Pozzuoli giunge una donna con colica renale, come da protocollo le viene assegnato un codice verde che impone una attesa; il marito della signora, già visibilmente spazientito all’arrivo in ospedale, improvvisamente da di matto e distrugge tutto quello che si trova a portata di mano nella sala d’attesa della struttura. Addirittura viene aggredita fisicamente una OSS che subisce un trauma cranico; in pratica la paziente, sulla scia di violenza del marito, le mette una mano in faccia e la fa impattare violentemente contro la porta di ferro del codice rosso”, si legge.
Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli
Oss aggredita da una paziente – Napoli Cityrumors.it (Ansa)
“Ancora adesso (ore 5:00) le forze dell’ordine sono nel pronto soccorso per raccogliere testimonianze e per identificare l’aggressore – prosegue la nota firmata dal dottor Manuel Ruggiero, presidente di ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ -. Due giorni di prognosi per l’OSS aggredita. Siamo esausti, presto non ci sarà più nessuno disposto a lavorare nella emergenza territoriale. Oggi ,nella maggior parte dei corsi di prevenzione sulle aggressioni, si sente parlare di tecniche di ‘de-escalation’, ci sono trogloditi con i quali si fa fatica persino ad istituire un dialogo in italiano figuriamoci come si potrebbe mettere in atto tecniche di ‘de-escalation’. Certe persone comprendono solo le denunce e le sbarre del carcere”.
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