Gratteri risponde alle domande degli studenti: “Ho paura di essere ucciso, ma sono libero”

Il procuratore di Napoli incontra gli studenti del liceo scientifico ‘Francesco Severi’ di Castellammare di Stabia

Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, in un incontro con gli gli studenti del liceo scientifico ‘Francesco Severi’ di Castellammare di Stabia, ha risposto alle domande dei ragazzi e ha tenuto una lezione sulla legalità.

Nicola Gratteri
Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri – Napoli Cityrumors.it (Ansa)

 

Il procuratore risponde a tutto e si racconta. “Ha mai paura di morire, ucciso da un criminale?”, chiede Antonio alzandosi in piedi. Grattteri gli risponde, sincero: “Sì, ne ho tanta. Quando accade la mia lingua si fa amara. Ho razionalizzato tutto. Ci ho fatto i conti e non arretro”.

Gratteri: “Spesso siamo noi a mettere la benzina nelle organizzazioni criminali”

“Anche i magistrati devono essere credibili altrimenti le persone non si fidano e non denunciano – aggiunge Gratteri -. Non solo devono essere seri, ma apparirlo”.  Il procuratore poi coglie l’occasione anche per invitare gli studenti al rigore: “Spesso siamo noi a mettere la benzina nelle organizzazioni criminali. Se un camorrista entra in un bar, un dipendente comunale non deve offrigli il caffè. Non create relazioni con i criminali, se qualcuno ha paura il caffè lo prenda a casa”.

“Non vado a mare da quando avevo 30 anni, ora ne ho 66. La mia libertà di movimento è limitata, ma con il tempo divento sempre più libero. Dico quello che penso sempre, non mi importa chi sia al governo”, aggiunge prima di dare anche consigli ai ragazzi che lo ascoltano con grande interesse.

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri incontra gli studenti – Napoli Cityrumors.it (Ansa)

 

A chi vuole dedicarsi a studi giuridici per una carriera da magistrato Gratteri ha spiegato: “In primis occorre studiare con serietà, sin dalle elementari, la lingua italiana. Conosco giovani avvocati incapaci di mettere l’accento o l’apostrofo al posto giusto. Serve leggere libri e giornali, approfondire, farsi un’opinione. Puoi conoscere benissimo le materie giuridiche, ma quando scrivi un compito all’esame, se non conosci l’italiano, non superi lo scritto. E poi te le prendi con ‘le raccomandazioni’ e finisci dallo psicologo”. Lo studio è importante per qualsiasi carriera, ha detto a chi parlava della difficoltà di mettersi in gioco in politica: “Studiare la storia, leggere tanti libri è fondamentale. Ma nessuno ordina di fare politica. E di chi non ha letto nemmeno un libro in Parlamento ne abbiamo troppi. Ora abbiamo bisogno di politici colti”.

“E’ vero – conclude – che ci sono i raccomandati. Ma in ogni selezione ci sono posti pure per i figli di nessuno. Mio padre aveva la quinta elementare e mia madre la terza. Ho tanti compagni di scuola che ora sono luminari in medicina o ingegneria e i genitori erano analfabeti”.

Gestione cookie