Circa 50 persone con striscioni e bandiere hanno lanciato vernice contro il portone d’ingresso della sede dell’associazione degli industriali
“In piazza per rivendicare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per la sicurezza sul lavoro contro la strage quotidiana, per una patrimoniale sulle grandi ricchezze, per il diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, ai trasporti per tutti, per il diritto allo studio – aveva annunciato con una nota il Sì Cobas, precisando che – non c’è nulla da festeggiare e tanto per cui lottare”.
E ieri ci sono stati momenti di tensione in Piazza dei Martiri, dove verso mezzogiorno è arrivato un corteo di circa 50 persone con striscioni e bandiere. I manifestanti hanno lanciato vernice rossa contro il portone d’ingresso della sede dell’associazione degli industriali.
“Scendiamo in piazza sapendo che guerra significa tagli alla spesa sociale e ai salari, aumento dello sfruttamento e del controllo sociale – spiegava la nota dei manifestanti -. Per questo diciamo chiaramente e pubblicamente che il corteo arriverà a Piazza dei Martiri e non accetteremo nessun divieto che persino il 1 maggio voglia sacrificare il diritto a manifestare sull’altare del business turistico, che da anni ha trasformato il centro di Napoli nella capitale dello street food, della speculazione immobiliare e dello shopping compulsivo”.
La manifestazione, per dire ‘no’ agli incidenti sul lavoro e alla guerra si è svolta quindi ieri a Napoli. Un corteo è partito da piazza del Gesù e dopo aver attraversato le vie della città, affollate dai turisti, ha raggiunto piazza dei Martiti, dove ha sede l’associazione degli industriali, già presidiata dalla polizia.
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