I sindaci di Bacoli, Pozzuoli e Napoli hanno incontrato nella capitale il Ministro Musumeci. Dai tre primi cittadini, un coro unanime verso il Governo: “Ci deve aiutare”
“Non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare le nostre terre”. I sindaci di Bacoli, Napoli e Pozzuoli, ricevuti oggi a Roma dal Ministro della Protezione Nello Musumeci (dopo il vertice interministeriale di ieri presieduto dalla premier Giorgia Meloni), hanno ribadito un punto chiaro, alla luce degli ultimi eventi. I primi cittadini delle zone maggiormente colpite dalle scosse di terremoto che hanno coinvolto la zona dei Campi Flegrei e che hanno alzato l’asticella dell’attenzione, hanno incontrato le istituzioni nazionali.
L’incontro con Musumeci è arrivato all’indomani delle dichiarazioni del ministro, che ha risposto alle recenti polemiche di chi, aveva parlato di un’accusa del governo nei confronti dei cittadini. “Ma quali colpe dei cittadini! Gli unici responsabili – ha ribadito ieri il ministro – del disastro ambientale compiuto nei Campi Flegrei vanno cercati nelle classi politiche dirigenti che, da Roma fino ai comuni del luogo, hanno governato quei territori da lontano e da vicino tra gli anni ’50 e ’80, senza mai dire la verità alla gente e permettendo scelte urbanistiche folli e irresponsabili, in cambio di voti. Sono le stesse forze politiche che adesso cercano l’autoassoluzione collettiva per fare dimenticare le proprie colpe, remote e recenti”.
Musumeci ha poi chiarito i prossimi passaggi: Approveremo una norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo dei Campi Flegrei. Sono stati realizzati migliaia di edifici nell’area dei Campi Flegrei, ci vivono 80mila persone. È l’eccessiva antropizzazione del territorio che andava impedita in passato e oggi crea problemi ai fini del piano speditivo di evacuazione. Stiamo lavorando con la prefettura, con i Comuni e con la Regione per definire un piano di evacuazione che rimane nel cassetto ma se necessario deve essere subito realizzato e attuato. Bisogna essere pronti a tutti”.
All’incontro di oggi erano presenti il sindaco di Bacoli Della Ragione, quello di Pozzuoli Manzoni e Manfredi, primo cittadino del capoluogo campano. “Non vogliamo abbandonare la nostra terra! – tuona secco il sindaco del comune di Bacoli – Chiediamo un intervento radicale che consenta ai cittadini del nostro territorio di vivere in sicurezza. Il tessuto economico poi non deve essere messo in ginocchio, Noi restiamo nei Campi Flegrei, possiamo convivere in questa parte di mondo. Lo Stato deve fare la sua parte come un buon padre di famiglia. Sia l’Ingv che l’Osservatorio vesuviano parlano di crisi bradisismica con cui conviviamo da millenni, in particolare i nostri genitori che hanno superato la fase degli anni 70 e 80”. Nessun passo indietro quindi: “Figuriamoci oggi. Chiediamo al governo un atto di responsabilità. Portando l’attenzione sui fabbricati privati, sui pubblici abbiamo fatto tanti interventi anti-sismici
Al vertice di Palazzo Chigi col ministro Musumeci hanno partecipato anche il sindaco di Napoli e il sindaco di Pozzuoli. Parlando a margine coi cronisti il primo cittadino di Napoli ha parlato delle stime presentate e preparate circa la necessità di realizzare infrastrutture, che da questo momento in poi, possano essere utili alla causa del bradisismo in quelle zone. “Servirebbero non meno di 500 0 700 milioni di euro. Bisogna andare avanti con maggiore celerità sul percorso che era stato definito dal Campi Flegrei quindi completare rapidamente le valutazioni di vulnerabilità dell’edilizia privata, mettere risorse per il completamento degli interventi sull’edilizia pubblica”.
Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli invece non nega “il grande spavento vissuto in queste settimane dalle persone che vivono nelle aeree flegree, ma gli stessi cittadini devono anche sapere che esistono le istituzioni e che mai come come in questa occasione il fenomeno del bradisismo viene monitorato e prevenuto. Pozzuoli non si sposta. Conviviamo con il bradisismo e da sempre e per questo c’è il decreto Campi Flegrei. Servono più attività e soprattutto più risorse per rendere il territorio più sicuro”.
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