I tifosi azzurri, scottati da un finale di stagione negativo, devono ora fare i conti con una cessione inaspettata. Il manager del campione azzurro spiega: “Lascerà il club”
Una rottura inaspettata, arrivata al termine di una stagione travagliata ed estremamente negativa. Il Napoli è passato dal trionfo dello scorso anno al decimo posto attuale. La mancata vittoria sul Lecce ha privato al club azzurro anche la speranza di poter agguantare almeno la Conference League. In caso di successo della Fiorentina in finale contro l’Olympiakos infatti, sarebbe il Torino ad accedere alla terza competizione internazionale. Per il Napoli sta per partire la rifondazione.
Tra i calciatori che lasceranno Castel Volturno, figura il nome di Victor Osimhen. Il centravanti dirà addio al Napoli e inizierà una nuova avventura. Insieme al bomber nigeriano, potrebbe esserci però un altro clamoroso addio. Inaspettato e per certi versi clamoroso. Un divorzio inatteso, che lascia i tifosi interdetti e che è destinato a scuotere il mercato azzurro.
Come un fulmine a ciel sereno. Il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo è pronto a lasciare il club azzurro. Dopo lo scudetto vinto, la fascia di capitano portata con orgoglio negli stadi italiani ed europei, e 230 presenze con la maglia del club partenopeo, il terzino azzurro è ad un passo dal lasciare la società. L’idillio sembra essere terminato. Alla base della scelta, secondo quanto specificato dal manager Mario Giuffredi, ci sarebbe una mancata stima da parte della società.
Il procuratore del terzino azzurro, pilastro della Nazionale di Luciano Spalletti, ha chiarito gli aspetti della rottura, maturata con forza negli ultimi giorni. I malumori di Di Lorenzo sono esplosi dopo un colloquio con la società ed hanno avuto il loro culmine la scorsa settimana. “Come avevo detto in una precedente intervista, a fine campionato avrei fatto chiarezza su Di Lorenzo. A tutela del mio calciatore, ma soprattutto perché si faccia chiarezza sulla vicenda di Giovanni: perché deve venir fuori la verità”, ha dichiarato Giuffredi in esclusiva a Tv Play.
La reazione del capitano del Napoli è stata eloquente. Di Lorenzo è rimasto molto deluso dal comportamento della dirigenza azzurra ed ha optato per una decisione drastica. “Ha avuto la conferma che la mancanza di fiducia nei suoi confronti era diventata realtà. A quel punto, preso atto del pensiero del presidente, ha spiegato al ds Manna che senza la necessaria fiducia ha voglia di andare via da Napoli. Non può esserci un capitano sfiduciato dalla sua società”. Di Lorenzo è scosso. E’ reduce da una stagione negativa (come tutto il Napoli) e ora sta preparando l’Europeo in Germania, dove guiderà la difesa. Non ha ancora cercato una soluzione per il futuro. “Fino a oggi non avevamo mai pensato di andar via. Non avremmo mai pensato di lasciare Napoli: abbiamo firmato un contratto per rimanere a vita. È sempre stato questo il desiderio di Giovanni. Cambia tutto, però, se la società esprime questo pensiero. Dopo le indiscrezioni sono arrivate diverse chiamate di top club per Giovanni”.
Il Napoli è alla ricerca di un nuovo tecnico. Al momento il nome di Antonio Conte sembra essere in pole position. Il nuovo allenatore potrebbe parlare con Di Lorenzo e provare a convincerlo a rimanere a Napoli, regalandogli quella fiducia che al momento sembra lontana. “Noi la scelta l’abbiamo fatta dopo quello che ci è stato comunicato. È corretto chiudere un capitolo. Antonio Conte è l’unica medicina per curare questo Napoli. Da napoletano e tifoso del Napoli si può esser solo che felici di Conte: è un vincente, un sinonimo di garanzia per il progetto. Gli facciamo un grande in bocca al lupo. Vogliamo, però, andare avanti per la nostra strada, cercando un altro progetto che dia grande fiducia a Di Lorenzo”.
Lo strappo tra Di Lorenzo e il Napoli arriva dopo le parole del presidente De Laurentiis, che nei giorni scorsi ha attaccato in modo diretto i procuratori. “Bisogna eliminare i ricatti dei procuratori – aveva detto il presidente azzurro – che sono la vera problematica del sistema calcio per l’indebitamento. Fanno lievitare i costi dei calciatori. Si può allungare la legge sulla durata dei contratti, di almeno otto anni, così che dopo i primi due non ci sia un agente che vada da altre società per far salire l’ingaggio previsto inizialmente. Non bisogna dare la possibilità ai club, poi, di essere procuratori dei calciatori. Il problema si risolverebbe, perché non ci sarebbero situazioni illegali, di cui sentiamo parlare all’estero senza prove concrete”. Parole che hanno scatenato la reazione di Giuffrida. “Il presidente deve fare nomi e cognomi di quelli che ricattano: non può generalizzare. Perché ci sono tantissimi agenti che lavorano in modo etico e serio: come lui sa, vanno anche in soccorso dei club quando è necessario”.
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