Notte di tensione e violenza quella che ha turbato la quiete dell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli, dove si è consumata l’ultima di una serie di aggressioni nei confronti del personale sanitario.
Un episodio che sottolinea ancora una volta il crescente fenomeno della violenza negli ospedali italiani.
La vicenda ha avuto inizio quando un uomo di 30 anni, di origine nordafricana, è stato trasportato in forte stato di agitazione al Pronto Soccorso del nosocomio situato nel quartiere collinare di Posillipo.
L’uomo non ha tardato a manifestare il suo disagio attraverso gesti violenti, danneggiando suppellettili nell’area dedicata ai codici rossi, riservata ai casi più urgenti.
Questo episodio riaccende i riflettori sulla sicurezza negli ospedali italiani e sulla necessità urgente di adottare misure efficaci per proteggere chi lavora quotidianamente al servizio della salute pubblica da attacchi ingiustificati che mettono a rischio la loro incolumità fisica ed emotiva.
Il clima si è fatto ancor più teso quando l’uomo ha rivolto la sua ira contro il personale sanitario presente. Una infermiera in servizio al Pronto Soccorso è stata vittima dell’aggressione: colpita con un calcio all’addome dall’uomo in preda alla furia. Un gesto violento che ha immediatamente richiamato sul posto le forze dell’ordine per gestire l’emergenza.
All’arrivo dei carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli, la situazione si è ulteriormente complicata. Il 30enne non solo non ha desistito dalla sua condotta aggressiva, ma ha esteso le sue violenze anche nei confronti dei militari intervenuti per placarlo.
Dopo momenti di tensione e difficoltà nell’affrontare l’uomo, i carabinieri sono riusciti a bloccarlo e ad arrestarlo.
A seguito dell’accaduto, sono state mosse gravi accuse nei confronti del trentenne: resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, lesioni a personale esercente professione sanitaria e interruzione di pubblico servizio rappresentano il pesante bilancio della sua azione.
L’infermiera aggredita ha riportato lesioni guaribili in cinque giorni; più gravi invece le condizioni dei due carabinieri intervenuti con prognosi rispettivamente di sette e venti giorni.
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