In una mossa che ha colto di sorpresa molti cittadini e turisti, il Comune di Napoli ha annunciato l’imposizione di un divieto di balneazione in quattro aree chiave lungo la sua costa.
Questa decisione riguarda le zone di Pietrarsa, Donn’Anna, Lungomare Caracciolo e via Partenope.
La misura è stata adottata a seguito delle comunicazioni dell’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), che ha rilevato livelli preoccupanti di inquinamento nelle acque.
Il 20 agosto, l’Arpac ha effettuato dei prelievi nelle acque delle zone indicate e i risultati hanno mostrato valori sopra la norma per quanto riguarda la presenza di escherichia coli ed enterococchi, due tipi di batteri comunemente associati agli scarichi fecali.
Questo ha portato all’applicazione dei criteri previsti dall’articolo 4 del DM 30.3.2010, attuativo del d.lgs 116/08, che hanno determinato il giudizio sfavorevole sulla balneabilità delle acque e conseguentemente il divieto temporaneo.
Napoli: divieto di balneazione in quattro punti della città
Secondo quanto riportato dal Comune di Napoli, gli sforamenti dei parametri sono stati causati dalle forti piogge cadute nei giorni precedenti al controllo. Dopo un periodo prolungato senza precipitazioni, le piogge hanno trascinato verso il mare sostanze inquinanti provenienti da diverse fonti. È importante notare che gli sforamenti si sono verificati anche in aree prive di scarichi fognari diretti e dove solitamente i risultati delle analisi dell’Arpac sono eccellenti.
Di fronte a questa situazione preoccupante, ma non insolita, dopo eventi meteorologici estremi come forti piogge dopo periodi secchi, il Comune non è rimasto inattivo. Ha immediatamente richiesto nuovi prelievi da parte dell’Arpac per monitorare l’evoluzione della qualità dell’acqua con l’intento dichiarato di ripristinare al più presto possibile la balneabilità delle zone interessate dal divieto.
La rapidità con cui si muoveranno le autorità competenti sarà cruciale per ridurre al minimo i disagi per cittadini e turisti abituati a frequentare queste spiagge durante i mesi estivi. La professionalità dell’Arpac viene invocata dal Comune nella speranza che nuove analisi possano portare buone notizie nel breve termine.
Questo episodio mette in evidenza una volta ancora l’importanza della gestione ambientale urbana e della manutenzione delle infrastrutture idriche per prevenire episodi simili futuri. Mentre si attendono ulteriori sviluppi sulla situazione attuale, resta chiaro che eventi del genere possono avere un impatto significativo non solo sull’ambiente naturale ma anche sul tessuto economico locale legato al turismo balneare.